Sanatoria e case popolari per gli occupanti: il piano approvato dalla Regione Lazio
Una giornata campale quella vissuta ieri nell'aula del Consiglio regionale del Lazio, e terminata solo a tarda notte con l'approvazione definitiva del Collegato al bilancio. Il punto più combattuto quello riguardante le norme relative all'emergenza abitativa, con sindacati e movimenti di lotta per la casa da giorni in pressing sulla Pisana per vedere riconosciuta una sanatoria per gli occupanti delle case popolari che hanno diritto a un alloggio di edilizia residenziale pubblica, e per trovare soluzioni a chi si trova in emergenza abitativa e per questo occupa uno stabile. Un voto che ha diviso sia il Partito Democratico che il Movimento 5 stelle. In particolare nel Movimento 5 stelle hanno votato a favore i consiglieri grillini vicini a Roberta Lombardi – fautrice di un accordo a tutti i livelli con i dem – contrari invece Valentina Corrado, Gaia Pernarella, Silvia Blasi e Francesca De Vito.
La sanatoria degli inquilini senza titolo
Per le circa 7000 famiglie che si trovano in possesso dei requisiti per un alloggio ma ne occupano uno senza essere regolarmente titolari di un'assegnazione, il percorso è quello dell'assegnazione in caso di disponibilità al pagamento di una sanzione di 200 euro al mese che sarà rateizzabile a seconda del reddito, oltre che dell'indennità di occupazione. La sanzione sarà invece di 250 euro per chi si trova in una soglia di reddito compresa tra quella di accesso e il reddito di decadenza. Escluse dalla sanatoria le circa 2000 famiglie che hanno occupato dopo al 2014, per effetto delle norme della legge casa Renzi-Lupi. Per queste famiglie sarà predisposto un apposito bando che prevede la regolarizzazione solo di chi si trova in una condizione di particolare difficoltà. Ed è questo il punto più contestato dai sindacati degli inquilini. Marta Bonafoni (Lista Civica Zingaretti), descrive così gli obiettivi delle norme di sanatoria per gli inquilini senza titolo: "La sfida è doppia: fare finalmente uscire dalle case popolari coloro che le occupano impropriamente, facendo così scorrere le graduatorie. E contemporaneamente assegnare case alle famiglie in difficoltà, titolari dei requisiti, che rischierebbero invece di finire per strada. Siamo consapevoli che questo sia solo un primo passo, in attesa di una riforma complessiva del diritto all’abitare. Ma è un primo passo che riteniamo non più rinviabile, come dimostra anche la convergenza sul testo di più forze politiche anche fuori dalla maggioranza".
Il 35% degli alloggi disponibili per l'emergenza abitativa
Un importante risultato è stato raggiunto anche sul fronte delle occupazioni e dell'emergenza abitativa. Un'altra norma del Collegato al bilancio della Regione Lazio ha stabilito che, oltre al 25% previsto per legge, un ulteriore 10% del patrimonio immobiliare disponibile sia destinato all'emergenza abitativa. Tradotto: gli inquilini delle occupazioni potranno essere destinatari di un alloggio popolare. Le case in questione potranno essere assegnate direttamente dall'Ater. Una norma questa indispensabile per far fronte alle conseguenze dello sgombero degli edifici occupati, con il pericolo che azioni di forza senza alternative portino migliaia di persone a vivere in mezzo a una strada.
Comune di Roma: Pd e M5s votano insieme lo stop agli sgomberi
Con il voto di ieri in Campidoglio la politica ha messo – per ora – la pietra tombale sul piano pluriennale di sgomberi redatto dalla prefettura quando era ministro dell'Interno Matteo Salvini. Con il voto congiunto di Movimento 5 stelle e Partito Democratico, e delle altre opposizioni di centrosinistra, viene ribadito il principio che non si proceda ad azioni di forza se non in presenza di soluzioni condivise che garantiscano alle famiglie in occupazione un tetto sopra la testa.