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Dopo l’assalto al banchetto sale la tensione per il corteo nazionale di Casapound

Dopo l’assalto di sabato scorso con caschi e bastoni ad un banchetto di Casa Pound al Prenestino, clima teso in città per la manifestazione nazionale del movimento annunciata per sabato 21 maggio. Mentre i movimenti antifascisti annunciano una contro manifestazione, l’Anpi e diversi esponenti del centrosinistra hanno chiesto a questura e prefettura di vietare il raduno dell’ultra destra.
A cura di Valerio Renzi
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"Difendere Italia". Questo lo slogan con cui Casa Pound Italia, ha lanciato per sabato 21 maggio un corteo nazionale a Roma, dove ha candidato anche il proprio vicepresidente, Simone Di Stefano alle prossime elezioni comunali. Mentre i "fascisti del terzo millennio", come si autodefiniscono, hanno preavvisato un corteo da piazza Vittorio, a poche centinaia di metri dalla casa madre, l'occupazione di via Napoleone III), fino al Colosseo, i movimenti antifascisti hanno annunciato un presidio a piazza dell'Esquilino, proprio sul percorso del corteo dell'estrema destra. Presidio ancora non autorizzato dalla questura di Roma.

Così quello che è accaduto lo scorso sabato, quando una ventina di persone incappucciate e armate di bastoni hanno assalto un banchetto del movimento in via dell'Acqua Bullicante, nel quartiere Prenestino, potrebbe essere solo l'antipasto dello scenario che si presenterà il 21 maggio. Pesante il bilancio dell'aggressione: tre attivisti e quattro poliziotti feriti". Intanto Simone Di Stefano, in un video che ricostruiva gli eventi, contorniamo da militanti, minacciava ritorsioni: "Se adesso chiamo 150 ragazzi e metto a ferro e fuoco il centro sociale ex-Snia, qualcuno mi potrebbe dare torto?".

Domani alle 15.00 una conferenza stampa di fronte la Prefettura è stata indetta dal "Comitato Madri per Roma Città Aperta", per denunciare come "la questura ha finora negato ai movimenti antifascisti di manifestare contemporaneamente in piazza dell’Esquilino" e consegnare una lettera al prefetto Gabrielli. A chiedere a questura e prefettura di Roma di vietare la manifestazione della destra, adducendo come ragione la scelta di Casa Pound di sfilare contro l'immigrazione nel quartiere simbolo della città multiculturale, anche diversi esponenti di Pd e Sel, dall'ex capogruppo Gianluca PeciolaMarco Miccoli, che ha annunciato un'interrogazione al ministro degli Interni Angelino Alfano firmata da 34 parlamentari del Partito democratico.

L'Anpi di Roma, dal canto suo ha scritto al prefetto chiedendo "che non venga consentito a Casapound l’uso della piazza per la palese contrarietà del portato ideologico di detta organizzazione con la Costituzione (XII disposizione transitoria e finale) e con la L. 20 giugno 1952, n. 645, meglio nota come legge Scelba. Più volte l’organizzazione ha impunemente violato i precetti contenuti in queste norme. Considerato il fondato pericolo che si possa contravvenire alle norme suindicate, l’Anpi di Roma rappresenta l’inopportunità di autorizzare tale manifestazione e chiede al Prefetto di revocarla anche per l’evidente e concreto pericolo per l’ordine pubblico". Casa Pound, dal canto suo, ha additato proprio l'Anpi e il Pd di essere i mandanti politici dell'aggressione subita al Prenestino. A mobiliarsi anche la Fiom-Cgil di Roma e del Lazio che in un comunicato ha fatto proprio l'appello dell'Anpi.

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