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Donna morta carbonizzata in un parco a Roma: l’autopsia dirà cosa è accaduto a Maria Cristina

Sarà l’autopsia a fornire agli investigatori alcune, fondamentali risposte per capire in che direzione orientare le indagini sulla morte di Maria Cristina Olivi, la 49enne trovata morta carbonizzata all’alba di ieri nel parco delle Tre Fontane, a Roma. Al momento non si esclude nulla: dall’omicidio al suicidio. Tanti i misteri: dalla borsa trovata accanto al corpo, con i documenti in ordine, all’assenza di taniche o altri contenitori di liquidi infiammabili vicino al cadavere.
A cura di Francesco Loiacono
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Un brutale omicidio o un tragico suicidio? Sarà l'autopsia, che verrà eseguita in giornata, a fornire agli investigatori alcune, fondamentali risposte per capire in che direzione orientare le indagini sulla morte di Maria Cristina Olivi, la 49enne trovata morta carbonizzata all'alba di ieri nel parco delle Tre Fontane, a Roma. Al momento non è possibile scartare alcuna ipotesi: dall'omicidio di un killer spietato, che avrebbe dato fuoco alla donna e si sarebbe poi allontanato senza lasciare apparenti tracce, al gesto di una persona che, come è stato accertato, viveva da sola e soffriva di depressione, anche se in passato non aveva mai manifestato intenzioni suicide.

Tanti i misteri attorno al caso

Pochi e purtroppo indecifrabili al momento gli elementi certi in possesso della squadra mobile di Roma, che indaga sul caso. Il decesso della donna risalirebbe alle 4 di ieri mattina, anche se il cadavere, ancora in fiamme, è stato trovato poco dopo le 7 da un passante che faceva jogging. Accanto al corpo di Maria Cristina Olivi, che non aveva le scarpe e indossava una gonna, c'era la sua borsa, con i documenti in ordine: proprio da quelli il fratello della donna, che non era sposata, ha riconosciuto la sorella. Maria Cristina sarebbe morta proprio nel punto in cui è stata trovata: lo testimonierebbero i segni dell'erba bruciata tutt'intorno. Non si è spostata, non ha cercato di scappare: era morta prima di essere data alle fiamme? La 49enne lavorava in una lavanderia di zona e abitava a poche centinaia di metri dal parco in cui è stata ritrovata, in largo Longanesi: la porta di casa era socchiusa ma all'interno tutto era in ordine. Perché si è allontanata nel cuore della notte per andare in un parco dove trovano riparo i senzatetto? È solo uno dei tanti misteri da risolvere nel caso.

Non sono state trovate taniche con liquidi infiammabili

L'altro è la mancanza di taniche e contenitori di liquidi infiammabili vicino alla vittima. Non c'era niente: eppure, considerando anche i segni lasciati dalla combustione soprattutto sul torace della donna, è plausibile che sia stata utilizzata una grande quantità di liquido infiammabile. Ma la domanda madre è naturalmente un'altra: chi è stato a bruciare il corpo di Maria Cristina? Alcuni dei senzatetto che dormivano nel parco che si affaccia su viale Aldo Ballarin, secondo quanto riporta la testata "Romatoday", avrebbe detto agli investigatori di aver visto tre persone fuggire nella notte. Altri testimoni riferiscono di aver sentito delle voci. Troppo poco, al momento: dall'autopsia arriveranno le prime risposte fondamentali per capire se Maria Cristina fosse già morta quando è stata data alle fiamme o se avesse subito violenza di qualsiasi tipo prima di morire bruciata. Da queste risposte si potrà avere un quadro più chiaro su quanto accaduto.

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