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Discarica di Cupinoro, il comitato a difesa del territorio: “Mai impianti e rifiuti di Roma”

Il comitato ‘Fermiamo Cupinoro’ torna sul piede di guerra a difesa del territorio alla luce del bando per la realizzazione di nuovi impianti per la gestione e il trattamento dei rifiuti nell’area dell’ex discarica tra Bracciano e Cerveteri. “Ci opporremo con tutte le nostre forze”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Ci opporremo con tutte le nostre forze contro nuovi impianti e rifiuti". Queste le parole del comitato a difesa del territorio ‘Fermiamo Cupinoro' alla luce del bando pubblicato dall'Università Agraria di Bracciano per la costruzione di impianti per il trattamento e la valorizzazione energetica dei rifiuti nell'area dell'ex discarica chiusa dal gennaio 2014 e in attesa di bonifica. La presa di posizione del comitato che da decenni combatte la battaglia per la riqualifica della linea di fuoco tra i Comuni di Bracciano e Cerveteri non si è fatta attendere ed è tornato sul piede di guerra. Le nuove disposizioni di gara rese note pochi giorni fa infatti potrebbero voler dire "vedere il territorio già compromesso diventare un polo industriale dei rifiuti – è convinto il comitato – ciò non è possibile perché è un'area sottoposta a vincoli paesaggistici, deve essere riqualificata e utilizzata per scopi agricoli".

Dubbi sulle tipologie di impianti alla discarica di Cupinoro

Nel bando per la costruzione e gestione di impianti di trattamento e valorizzazione energetica dei rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata previsti nell'area dell'ex discarica di Cupinoro si parla di terreni in affitto per la durata di venticinque anni, per un'estensione di circa 40 ettari, con un canone di base di oltre 165 mila euro. "Leggendo con attenzione la documentazione emergono alcune contraddizioni" spiega il comitato Fermiamo Cupinoro, contattato da Fanpage. "Il progetto vede l'intenzione di realizzare del compostaggio non meglio identificato (aerobico o anaerobico?) su una superficie di 3 o 4 ettari utilizzando il resto prevalentemente a scopo agricolo. Ci sorge il dubbio che si possa coltivare della biomassa per nutrire un impianto di biogas". Contraddizioni che emergerebbero anche dai codici Cer che indicano le tipologie di rifiuti che potranno essere trattati. "Si parla di plastica e di ferro, materiali che non  possono di certo finire in un impianto di compostaggio – spiega il comitato – ciò lascia presagire che saranno previsti anche altri generi di impianti".

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