Disastro Giro d’Italia a Roma: per la giunta Raggi il percorso non presentava problemi
Di chi è la colpa dell'ennesima figuraccia rimediata dalla capitale la scorsa domenica, quando la tappa finale del 1o1° Giro d'Italia è stata "neutralizzata" dal pessimo stato del manto stradale? I corridori hanno chiesto di compiere meno giri del previsto, protestando per le scarse condizioni di sicurezza in cui avrebbero dovuto affrontare volate e sprint, ottenendo di farne uno in meno e di prendere il tempo solo a partire dal terzo giro. I team e gli sponsor non hanno nascosto la rabbia per l'incresciosa situazione, delusi gli spettatori di 194 paesi e commenti tra l'ironico e lo stupefatto sono comparsi sui media di tutto il mondo. Ma come è stato possibile? Come mai, nonostante si sapesse da un anno della gara, nessuno ha agito per tempo? Nelle scorse ore la giunta ha tentato di scaricare le responsabilità di quanto accaduto sui dirigenti, ma un documento pubblicato oggi da quotidiano la Repubblica racconta un'altra storia. Si tratta di una lettera datata venerdì 25 maggio in cui il presidente del Simu (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) Fabio Pacciani, spiega come le cose non vadano per niente bene:
In considerazione delle criticità presenti sull'infrastruttura viaria interessata dal percorso di gara, questo dipartimento, in accordo con quanto proposto dalla polizia locale, ha eseguito una verifica del percorso in data 23 maggio al quale ha partecipato il rappresentante di Rcs. Nel corso del sopralluogo sono emerse numerose necessità d'intervento che non erano state segnalate dagli organizzatori nel corso delle riunioni operative presso il gabinetto della sindaca del 4 maggio e del 21 maggio
Comincia così la lotta contro il tempo: 48 ore per aggiustare buche e sampietrini sconnessi. Due squadre a lavoro quasi interrottamente, ma i problemi sottovalutati in precedenza non riescono ad essere risolti: la frittata è fatta e la figuraccia è servita. E ora le opposizioni vanno all'attacco, chiedendo in particolare le dimissioni dell'assessora ai Lavori Pubblici Margherita Gatta. Il capogruppo del Partito democratico in aula Giulio Cesare Pelonzi ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia: "Le buche, che a volte assumono le sembianze di voragini sono ormai parte integrante del ‘paesaggio cittadino’. Una situazione che interessa tutto il territorio comunale senza distinzione alcuna. L’emergenza buche, che mette a rischio l’incolumità dei cittadini romani ha assunto un rilievo mondiale lo scorso 27 maggio 2018, quando in occasione della tappa finale del Giro d’Italia a rischiare ‘l’osso del collo’ sono stati i ciclisti che hanno partecipato all’evento sportivo".
"Dopo otto anni di assenza dalla Capitale il più grande evento ciclistico del Paese ha catalizzato gli occhi del mondo sul circuito allestito nel centro della città fra monumenti e bellezze che tutto il mondo ci invidia. – attacca il Partito democratico – Doveva essere una vetrina mondiale offerta a Roma dal Giro d’Italia, purtroppo si è tramutata in un triste fallimento. Già al primo giro i ciclisti si sono resi conto dello stato di estremo degrado e pericolosità del manto stradale, dove anche la centrale Via del Corso mostrava buche nell’asfalto. I professionisti delle due ruote, pronti a fermare la corsa, hanno chiesto ed ottenuto, che la competizione terminasse al terzo giro e di fatto sono stati tagliati 80 Km di gara modificando una gara d’interesse mondiale in una cicloturistica amatoriale. Mai, nella storia del Girod’Italia, era successo che la gara fosse ridotta a causa del manto stradale dissestato. Quella che doveva essere una giornata di festa si è rivelata, invece, una situazione di enorme imbarazzo per l’intera comunità cittadina riportata su i giornali di tutto il mondo".