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Detenuti al lavoro gratis a Roma, il Garante: “Il Comune deve pagarli”

Il Comune capitolino ha da poco inaugurato il progetto “Mi riscatto per Roma”, tramite il quale trenta detenuti della casa circondariale di Rebibbia saranno impiegati gratuitamente per riparare il manto stradale della città. Soddisfatta la sindaca Virginia Raggi, ma non è dello stesso avviso Stefano Anastasia, il Garante dei detenuti del Lazio.
A cura di Natascia Grbic
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Alla fine di gennaio è stato inaugurato "Mi riscatto per Roma", ossia un progetto realizzato in collaborazione tra Roma Capitale e Ministero della Giustizia che prevede "progetti di reinserimento socio-lavorativo in “lavori di pubblica utilità”, rivolti ai detenuti della Casa circondariale di Rebibbia". Nello specifico, trenta detenuti del carcere romano sono stati scelti dall'Amministrazione penitenziaria per rifare il manto stradale. Gratis. Nessun salario è stato previsto per queste persone, che lavoreranno senza avere una retribuzione né adeguata né simbolica. Il progetto, salutato con gran favore dalla sindaca Virginia Raggi e da Francesco Basentini, Capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ha invece trovato qualche perplessità da parte di Stefano Anastasia, il Garante dei detenuti del Lazio.

Stefano Anastasia: "Lavoro gratis non è reinserimento sociale"

Stefano Anastasia non è dello stesso avviso della sindaca Virginia Raggi, che sostiene che il progetto "Mi riscatto per Roma" sia finale al reinserimento sociale. Anzi, il contrario. "Il lavoro nel carcere è uno degli strumenti essenziali del reinserimento del detenuto all'interno della società, quindi più è incentivato meglio è – ha detto il Garante dei detenuti del Lazio a Fanpage.it – Sono assolutamente favorevole a tutto questo. Quello che mi lascia perplesso è che questo impiego avviene attraverso il lavoro volontario che è previsto sì all'interno del nostro ordinamento, ma che personalmente trovo molto discutibile dato che bisognerebbe ragionare sul fatto se i detenuti siano effettivamente in grado di manifestare la libera volontà di non essere pagati". Secondo quanto detto da Anastasia, infatti, la retribuzione dei detenuti non è importante solo ai fini del mantenimento in carcere, ma anche ai fini del reinserimento sociale di cui ha parlato la sindaca. "Se il lavoro che i detenuti svolgono viene retribuito e fatto con ditte e società che stipulano un vero e proprio contratto, al termine della pena hanno la possibilità di continuare il rapporto e reinserirsi socialmente nel migliore dei modi. Se la prestazione è invece limitata al periodo del carcere, il rischio è che questo non si verifichi".

Il precedente dei migranti, al lavoro gratis per pulire i parchi

Non è la prima volta che il Comune di Roma adopera manodopera gratuita per pulire strade e parchi. L'ultimo episodio è avvenuto nell'estate del 2018, quando il Comune – in collaborazione con la Prefettura e la Croce Rossa – ha impiegato un gruppo di ragazzi provenienti principalmente dall'Africa subsahariana per pulire i parchi e le aree verdi della capitale. "Non dobbiamo dimenticare che c'è una lunghissima tradizione di impieghi da parte di persone detenute o svantaggiate a favore della comunità da ditte che un tempo li assumevano. Questo perché le aziende hanno vantaggi sia retributivi sia fiscali se li assumono: ma questi non vengono più usati perché – diciamocelo chiaramente – i comuni non hanno più i soldi (anche se dovrebbero avere fondi in bilancio per rifare il manto stradale o garantire la manutenzione dei parchi pubblici). Quindi quei lavori che un tempo il comune dava a ditte che potevano assumere lavoratori svantaggiati, adesso sono garantiti tramite il lavoro gratuito delle persone private della propria libertà o dei rifugiati".

Quali alternative?

La soluzione? Secondo il Garante dei detenuti del Lazio potrebbe essere quella di garantire alle ditte che assumono persone attualmente in carcere – e che garantiscono una continuità sul posto di lavoro – dei vantaggi nelle gare per gli appalti pubblici. Oppure di riconoscergli il giusto valore. "Non stiamo parlando di cose immaginifiche. Basta avere la volontà di investire".

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