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Omicidio Desirée Mariottini a Roma

Desirée, la rabbia dei parenti a Cisterna di Latina: “Si fidava sempre, questo l’ha tradita”

Desirée era un’adolescente “buona, timida e insicura”. Così la ricordano i partenti. Ai microfoni di Fanpage la cugina ha raccontato che lei “non era così, che l’hanno portata sulla cattiva strada”. Le coetanee che andavano a scuola con lei la ricordano come una ragazza “gentile e introversa”. Desirée aveva problemi famigliari, era affidata ai nonni e seguita da sei mesi dagli assistenti sociali.
A cura di Alessia Rabbai
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"Buona, timida e insicura". Così ricordano i parenti Desirée Mariottini, 16enne di Cisterna di Latina drogata, violentata e uccisa dal branco a San Lorenzo. "Siamo crescite insieme ma ci siamo perse di vista – ha spiegato la cugina – lei non era così, l'hanno portata sulla cattiva strada". Fanpage è andata nelle zone in cui la giovane è cresciuta, tra la ‘piazzetta viola' al centro del paese e San Valentino, il quartiere popolare dove viveva. Desirée "ultimamente non si faceva vedere spesso a Cisterna di Latina", ma le coetanee che hanno frequentato la scuola con lei la raccontano come una ragazza "gentile e introversa".  Aveva i suoi problemi, una situazione famigliare complicata, si mormora in paese: era stata affidata ai nonni e dai sei mesi era sotto il controllo degli assistenti sociali. Desirée, raccontano le ragazze di Cisterna, aveva occhi che "chiedevano aiuto". Le persone che abbiamo intervistato la ricordano come una ragazza semplice, dal cuore grande e molto timida. Desirée aveva un problema al piede e alcuni la deridevano, lei ne soffriva molto. "Si fidava ciecamente delle altre persone – dice una ragazza che la conosceva bene – credo sia stato questo il motivo per il quale si è perduta: le cattive compagnie. Le poche persone vicine che aveva cercavano di portarle al di fuori dei brutti giri che frequentava ma lei è stata sempre debole e trasportabile". Secondo le testimonianze raccolte, non si parlava molto di lei a Cisterna di Latina. "Parlarne adesso è una stupidaggine – dice un'altra giovane – perché nessuno l'ha aiutata quando ne aveva bisogno".

Fermati due immigrati irregolari

Sono gravi gli indizi a carico dei due immigrati irregolari arrestati questa notte dalla Squadra Mobile. "Il provvedimento di fermo si basa su gravi indizi di reità e dovrà essere sottoposto a convalida del gip". Lo ha dichiarato il capo della Squadra Mobile di Roma, Luigi Silipo, parlando dei due fermati per la morte di Desirée Mariottini. Le indagini sono state svolte dalla Squadra mobile in strettissima sinergia con gli agenti del commissariato San Lorenzo. Si tratta dei cittadini senegalesi Mamadou Gara, 26 anni e Brian Minteh di 43 anni. L'accusa di cui devono rispondere è di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. Ancora ricercati altri presunti complici le cui identità sarebbero ancora ignote alle forze dell'ordine che indagano sulla morte della giovane di Cisterna di Latina. In mattinata è arrivata la notizia di un terzo fermo, si tratterebbe sempre di un cittadino straniero che è stato portato negli uffici della Questura per essere interrogato.

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