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Sassaiola contro studenti cinesi a Frosinone: prof denunciato per procurato allarme

Il professore dell’Accademia di Belle Arti che ha diffuso la notizia della sassaiola all’Accademia di Belle Arti di Frosinone è stato denunciato per procurato allarme. Lo ha dichiarato la Polizia di Stato: gli agenti hanno indagato sulla presunta aggressione, che non sarebbe mai avvenuta. La notizia è quindi infondata.
A cura di Natascia Grbic
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Non ci sarebbe stata nessuna sassaiola contro gli studenti cinesi residenti a Frosinone. Lo ha dichiarato la Polizia di Stato, che ha denunciato per procurato allarme il professore dell'Accademia di Belle Arti che per primo ha diffuso la notizia. Interrogato dagli agenti, il docente ha spiegato di aver appreso dell'episodio da una professoressa, che a sua volta aveva parlato con una studentessa dell'Istituto che aveva letto dell'aggressione in una chat di connazionali. Secondo quanto riportato dagli agenti, la ragazza avrebbe tradotto male con Google la frase riportata sulla chat, diffondendo così la notizia della sassaiola, che non sarebbe quindi mai avvenuta.

La sassaiola contro studenti cinesi smentita dal sindaco

La notizia della sassaiola era stata diffusa in seguito a una conferenza stampa tenuta dall'Accademia di Belle di Arti di Frosinone. A commentare per primo l'episodio è stato il presidente del Consiglio della Regione Lazio Mauro Buschini, poi ripreso anche dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Poche ore dopo è arrivata la smentita del sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani. "La notizia circolata e pubblicata in queste ore, relativa ad una fantomatica sassaiola di cui sarebbero stati vittime alcuni studenti cinesi dell'Accademia di Belle Arti, oltre ad essere assolutamente falsa, risulta il frutto della bassezza di livello a cui alcuni insegnanti, fortunatamente una esigua minoranza, giungono oggi, nella ricerca di pubblicità gratuita, anziché dedicarsi alla didattica e agli insegnamenti etici – ha dichiarato il sindaco – Per non parlare, poi, della opportunità di calare un velo di pietà verso quei politici che, oggi, anziché amministrare con scrupolo e sacrificio il Paese, occupandosi di problemi concreti, preferiscono trascorrere ore intere a rincorrere fake e post inventati di sana pianta, al solo scopo di collezionare quei "mi piace" che durano come la metafora della Cortellesi del ‘gatto in tangenziale'".

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