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La decisione: “A Roma non serve l’Esercito per far rispettare le regole”

Dopo il vertice di ieri convocato in videoconferenza dalla prefettura, alla presenza anche della sindaca Virginia Raggi e del vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori, la decisione di non impegnare i militari nei servizi di controllo per il rispetto delle misure di contenimento del coronavirus.
A cura di Redazione Roma
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A Roma non arriveranno i rinforzi dei militari a presidiare le strade per far rispettare le regole per il contenimento del nuovo coronavirus. "Non è necessario l'Esercito", a deciderlo ieri, in video conferenza nella sede della Prefettura a Palazzo Valentini, il Tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza. Basta l'impegno di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia locale, ma soprattutto visto il basso numero di denunce rispetto al numero dei controlli, i cittadini sembrano essere assolutamente disciplinati nell'attenersi alle regole. I militari impegnati nell'operazione Strade Sicure rimangono quindi a presidiare stazioni, luoghi sensibili e ambasciate.

Al vertice hanno partecipato la prefetta di Roma Gerarda Pantaleone, il comandante provinciale di Roma dei carabinieri Francesco Gargaro, il questore Carmine Esposito, il comandante della Polizia Locale Antonio Di Maggio e il colonnello Paolo Compagnone della guardia di finanza; per le istituzioni locali la sindaca Virginia Raggi, il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori e l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato.

Controlli e posti di blocco sembrano essere un deterrente sufficiente e l'impegno profuso dalle forze dell'ordine sul territorio efficace ma, più di tutto, e il senso di responsabilità dei cittadini che sta funzionando. Secondo il DPCM dello scorso 23 febbraio "il Prefetto informando preventivamente il Ministro dell’Interno, assicura l’esecuzione delle misure avvalendosi delle forze di polizia e, ove occorra, delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali". L'Esercito può dunque intervenire a sostegno delle forze di polizia per far rispettare le ordinanze, una questione che solleva però molte questioni sul corretto impiego dei militari in azione di ordine pubblico.

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