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Sospetto contagio da Coronavirus per vigile del fuoco: “Nessuna misura per oltre 40 colleghi”

C’è attesa a Fiumicino per i risultati di un tampone su un pompiere con polmonite. Nel frattempo però, oltre quaranta colleghi sono potenzialmente a rischio, essendosi trovati a contatto con il centralinista durante i turni di lavoro e non essendo stati disposti nei loro confronti né tamponi né altre misure precauzionali.
A cura di Alessia Rabbai
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Locali dei vigili del fuoco chiusi a Fiumicino, dopo che un pompiere, a seguito di una tac effettuata ieri per tosse con fuoriuscita di sangue, ha ricevuto una diagnosi di polmonite. Un esito che potrebbe rivelare un contagio da coronavirus. Appresa la notizia del referto medico e avvisato il Comando di Roma, la sala è rimasta aperta. A provvedere a transennarla in via precauzionale il giorno seguente i vigili del fuoco stessi. Il tampone sul pompiere è stato svolto solo stamattina, ma nel frattempo che arrivino i risultati del test oltre quaranta colleghi sono potenzialmente a rischio, essendosi trovati a contatto con il centralinista durante i turni di lavoro e non essendo stati disposti nei loro confronti né tamponi né altre misure precauzionali.

Sospetto coronavirus, ambienti non sanificati

Secondo le informazioni apprese tuttavia le condizioni di salute del vigile del fuoco non avevano destato sospetti, almeno al lavoro, e l'uomo non aveva mostrato nessun sintomo particolare che potesse mettere in allerta gli altri colleghi. Subito dopo aver appreso che il pompiere aveva contratto la polmonite, hanno contattato il comando centrale di Roma, chiedendo informazioni e azioni di sanificazione degli ambienti, per la messa in sicurezza dei locali, procedura che, nonostante siano trascorse diverse ore, non è stata ancora effettuata.

Il Comando di Roma doveva avvisare lo Spallanzani

Spettava al comando di Roma, ricevuta la segnalazione di polmonite del collega, contattare l'ospedale Lazzaro Spallanzani, per sottoporre a isolamento precauzionale e a tampone tutti i colleghi, una procedura prevista per i vigili del fuoco, attivata correttamente nei casi accertati a Capanelle. Il capo del Corpo ha ribadito infatti la presenza dello Spallanzani come ospedale con cui è attiva una collaborazione come struttura sanitaria nazionale.

I colleghi del pompiere con la polmonite: "Siamo preoccupati"

"Siamo in attesa, un po' preoccupati, perché abbiamo condiviso con lui ore di lavoro – spiegano i colleghi del pompiere con la polmonite – da parte nostra abbiamo messo in atto tutte le procedure richieste, avvisando il Comando. Vista la situazione, per salvaguardare quattro turni di quaranta persone, avrebbe dovuto accertarsi che gli venisse fatto subito il tampone e che fossero date le indicazioni necessarie anche a noi".

La denuncia dell'Usb vigili del fuoco

A denunciare l'accaduto a Fanpage.it l'Usb vigili del fuoco, che ha spiegato come in questa situazione d'emergenza i lavoratori non vengono preservati. Il decreto firmato dal premier Giuseppe Conte non entra infatti nel merito della categoria, come servirebbe, con misure specifiche per proteggere da un eventuale contagio chi, come i vigili del fuoco, continua a lavorare sul campo a stretto contatto con le persone, nonostante l'epidemia. "I vigili del fuoco sono soggetti altamente a rischio perché fanno soccorso – spiega Costantino Saporito, del coordinamento Usb vigili del fuoco – Bisogna preservare la loro figura lavorativa per evitare proprio il collasso della macchina operativa". E aggiunge: "Bisogna attrezzare aree specifiche in tutti i comandi d'Italia, che permettano di curare, monitorare e assistere i vigili del fuoco sempre e i qualsiasi situazione".

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