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Contro la chiusura del Vivi Bistrot di Villa Pamphili 12mila firme: anche i 5 Stelle contro Comune

Raccolte oltre dodicimila firme contro la chiusura del Vivi Bistrot di Villa Pamphili, l’unico bar presente all’interno del più grande parco di Roma. Il Comune ha inviato una notifica di sgombero entro un mese. Ieri anche i 5 Stelle hanno votato una mozione dell’opposizione che proponeva di sospendere l’atto,
A cura di Enrico Tata
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Dal prossimo 3 gennaio il Vivi Bistrot, l'unico bar di Villa Pamphili, chiuderà perché sono scaduti i termini della concessione (addirittura a novembre 2015). Le proprietarie, Cristina Cattaneo e Daniela Gazzini, hanno chiesto al Comune di sospendere lo sgombero, ma anche di indire "un bando pubblico per la riassegnazione del bene e abbiamo continuato a farlo con tre appelli (2016, 2018, 2019) indirizzati alla Sindaca Virginia Raggi e agli uffici competenti e da 3 anni la Raggi non risponde". In soli tre giorni 12mila persone hanno sottoscritto l'appello pubblicato dalle due ragazze su Change,org e ieri, sconfessando gli uffici tecnici del Campidoglio, i 5 Stelle hanno votato all'unanimità una mozione presentata (primi firmatari) dai consiglieri del Movimento Francesco Ardu e Angelo Diario. Il documento chiedeva la sospensione del provvedimento. Dopo dodici anni di attività il locale potrebbe chiudere fra meno di un mese, anche se ieri un piccolo passo avanti è stato fatto. L'amministrazione guidata da Virginia Raggi, riporta il Corriere della Sera, si è mostrata disponibile ad ascoltare le ragioni delle due titolari.

Rischia di chiudere l'unico bar di Villa Pamphili

Nell’ordine di sgombero, spiegano le due proprietarie, "ci vengono concessi 30 giorni per lasciare l’immobile, con l’avvertenza che, in caso di inottemperanza, si procederà con lo sgombero forzoso. Saranno licenziati i nostri dipendenti (tutti assunti a tempo indeterminato) ragazzi in gamba e meritevoli, con contrattazione collettiva. Dovremo smantellare  in pochi giorni quanto costruito in quasi 12 anni di duro lavoro, di cui non possiamo che essere orgogliose". Se così fosse, ricordano le due titolari, il più grande parco di Roma non solo non avrà un bar, ma neanche bagni da utilizzare, dal momento che quelli pubblici sono chiusi.

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