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Chiude Vivi Bistrot, Raggi firma sgombero dell’unico punto ristoro di Villa Pamphili

Il Comune di Roma ha inviato una lettera di sgombero al Vivi Bistrot di Villa Pamphili, unico punto ristoro con servizi igienici di tutto il parco. Le titolari dovranno lasciare il locale entro il 4 gennaio 2020, con conseguente licenziamento dei dipendenti. E hanno denunciato inerzia da parte del Comune, al quale sono tre anni che chiedono di fare un bando.
A cura di Natascia Grbic
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A partire dal 3 gennaio 2020, Vivi Bistrot, il bar di Villa Pamphili, dovrà chiudere. Lo ha deciso il Comune di Roma, che ha mandato una lettera alle ragazze che lo gestiscono intimando l'abbandono del locale per la data prevista. L'annuncio di sgombero è stato dato dalle titolari Cristina Cattaneo e Daniela Gazzini, che hanno avviato anche una petizione su change.org per allertare i cittadini e sottoporre il problema alle istituzioni. "Il Vivi Bistrot di Villa Pamphili ha ricevuto un ordine di sgombero per scadenza, a novembre 2015, dei termini della concessione – spiegano le titolari – Quindi legalmente il Comune ha ragione in quanto sono scaduti i termini di affitto. Ma è da ben il 2015 che, in applicazione della legge (Delibera 140/2015), chiediamo al Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale l’indizione di un bando pubblico per la riassegnazione del bene e abbiamo continuato a farlo con tre appelli (2016, 2018, 2019) indirizzati alla Sindaca Virginia Raggi e agli uffici competenti e da 3 anni la Raggi non risponde."

Cattaneo e Gazzini hanno fatto sapere che da tre anni stanno chiedendo un'estensione temporanea della concessione e, nonostante abbiano sempre pagato regolarmente l'affitto, non hanno mai ricevuto risposta. Il ViviBistrot è l'unico bar all'interno del parco di Villa Pamphili, una delle aree verdi più frequentate della capitale. Questo significa che alla sua chiusura verranno a mancare sia il punto ristoro, sia i servizi igienici.

"Saranno licenziati i nostri dipendenti (tutti assunti a tempo indeterminato) ragazzi in gamba e meritevoli, con contrattazione collettiva – spiegano le titolari – Dovremo smantellare in pochi giorni quanto costruito in quasi 12 anni di duro lavoro, di cui non possiamo che essere orgogliose. Attenzione: veniamo sgomberati non perché illegali, morosi o inadempienti a qualsivoglia obbligo legale, normativo o contrattuale: fino ad oggi abbiamo puntualmente rispettato qualsiasi obbligo. Veniamo sgomberati perché in quattro anni l'amministrazione non è stata in grado di scrivere un bando". Ed è proprio questo che le titolari chiedono: non che il ViviBistrot venga assegnato loro di diritto, ma che sia data la possibilità di partecipare a un bando.

La petizione è stata firmata da oltre 8mila persone. "È un punto di ritrovo per adulti e bambini e contribuisce a rendere vivo il parco! Assurdo chiudere!!", scrive una ragazza che ha firmato a sostegno della petizione. Per ora, da parte dell'amministrazione capitolina, non è stata rilasciata nessuna dichiarazione.

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