Comunali Roma, la prima sfida di Giachetti: riconquistare il popolo del centrosinistra
Roberto Giachetti ha vinto le primarie del centrosinistra ed è il candidato sindaco del Pd alle prossime elezioni comunali di Roma. Con oltre il 60% dei consensi sarebbe più corretto dire che Giachetti ha stravinto le primarie romane, con il suo principale avversario, Roberto Morassut, più che doppiato. Nessuna grande sorpresa: dopo l'investitura del premier Renzi, a sostegno del presidente della Camera sono arrivati quasi tutti i big del partito, romano e nazionale.
Mentre si aspettano ancora i dati definitivi, a votare si sarebbero recati circa 50.000 romani. La metà di quei 100.000 delle primarie del 2013, quelle vinte da Ignazio Marino. Certo, nessuno si aspettava folle oceaniche ai gazebo, ma in qualcosa in più si sperava: l'asticella era stata fissata a quota 60.000, per raggiungere o superare i votanti delle ultime primarie milanesi. Giachetti si dice soddisfatto dell'affluenza e Matteo Orfini quasi la sbandiera come un punto d'orgoglio: "Io credo sia un buon risultato. – dichiara il commissario del Pd romano – Qualcuno lo paragona ai 100 mila del 2013. Ma prima c’era un partito spazzato via, quello di Mafia Capitale. Anche voi giornalisti denunciaste al tempo le truppe cammellate ai seggi. Ora i 50 mila che hanno votato sono persone vere che dopo 14 mesi complicatissimi hanno comunque dato fiducia al Partito democratico".
Difficile però nascondere la polvere sotto il tappeto. La traumatica fine dell'esperienza di Ignazio Marino in Campidoglio, dimissionato dalla sua stessa maggioranza davanti al notaio, ha lasciato il segno nel centrosinistra romano. E le primarie, dove tutto già sembrava scritto, non hanno certo entusiasmato e mobilitato il "popolo" dei gazebo, donando nuova linfa ed energia nella corsa verso la campagna elettorale. Troppo profondo lo strappo consumatosi, troppo gravi le ferite aperte dal coinvolgimento di molti esponenti dem nell'inchiesta su Mafia Capitale, per far finta di niente.
Così il primo compito di Roberto Giachetti, già a lungo di casa in Campidoglio con Francesco Rutelli, sarà quello di riconquistare il suo popolo e il suo elettorato, disilluso e stanco, in cui molti guardano al Movimento 5 Stelle o a sinistra, e in cui molti non escludono di rifugiarsi nell'astensione. Se non ci riuscirà l'impresa di tornare a Palazzo Senatorio, questa volta da sindaco, sarà davvero difficile.
Così, proprio per stabilire un rapporto diretto con la storia della sinistra romana, Giachetti nel suo primo giorno da candidato sindaco si è recato sulla tomba di Luigi Petroselli "sindaco di piccole e grandi cose".