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Cisterna di Latina, finito l’interrogatorio di Fabio Trabacchin: si cerca l’arma del delitto

È terminato l’interrogatorio in carcere di Fabio Trabacchin, l’autotrasportatore che lunedì notte ha ucciso a colpi di martello la moglie Elisa Ciotti nella loro villetta a Cisterna di Latina. L’uomo ha sostanzialmente confermato la versione data la mattina del femminicidio: ci sono però dubbi sull’arma del delitto, che non è stata ancora trovata.
A cura di Natascia Grbic
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È terminato l'interrogatorio di Fabio Trabacchin, l'autotrasportatore di 35 anni che nella notte di lunedì ha ucciso la moglie Elisa Ciotti con un colpo di martello alla testa. L'uomo ha sostanzialmente confermato alla giudice del tribunale di Latina Giorgia Castriota ciò che aveva già detto durante il primo interrogatorio effettuato dai carabinieri e non ha aggiunto altro. Non sembra però che l'incontro sia andato particolarmente liscio o sia stato chiarificatore: Trabacchin, infatti, è stato molto confuso e non è riuscito a dare una ricostruzione esatta del femminicidio della moglie. Secondo le informazioni avute dalle forze dell'ordine, l'uomo l'avrebbe colpita con un martello alla base della testa, uccidendola sul colpo. L'arma del delitto non è stata però ancora ritrovata: Trabacchin se ne sarebbe sbarazzato gettandola in un sacchetto nero nella campagna tra Pomezia e Cisterna di Latina. Stessa cosa per i vestiti indossati quando ha ucciso la moglie, che avrebbe buttato in un cassonetto appena imboccata la via Pontina.

Cisterna di Latina, il femminicidio di Elisa Ciotti, uccisa dal marito

E oggi sarà invece effettuata l'autopsia sul corpo di Elisa Ciotti, mentre non si sa ancora quando ci saranno i funerali della donna. La figlia di dieci anni che l'ha trovata riversa nel letto in un lago di sangue, è ancora sotto shock ed è probabile che non sarà mai sentita dalle forze dell'ordine per evitare di aggravare il trauma psicologico. Attualmente si trova dai parenti della madre, che l'hanno presa in affidamento. Elisa Ciotti è stata uccisa presumibilmente tra le 4 di notte e le 7 del mattino. I vicini di casa hanno riferito di aver sentito delle urla provenire dall'abitazione intorno a quell'ora, ma di non essere andati a controllare cosa stesse accadendo. Trabacchin è poi uscito di casa alle 7 del mattino: non si è però recato al lavoro, ma ha vagato nelle campagne per un paio d'ore, prima di tornare a casa dopo la chiamata dei carabinieri. Nel tragitto si è sbarazzato del martello usato per uccidere la moglie e dei vestiti insanguinati. Poi è tornato alla villetta in stato confusionale.

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