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Chiusura del Camping River: “Troppa fretta, reali garanzie per le 120 famiglie rom”

Entro il 30 settembre chiuderà il Camping River che ospita circa 400 rom, tra cui 150 bambini. “Troppa fretta, non ci sono reali garanzie per chi ha accettato”, spiega l’Associazione 21 luglio che scrive una lettera a Roma Capitale. Le famiglie a Fanpage.it: “Non sappiamo cosa accadrà ora, abbiamo ricevuto pressioni per firmare”.
A cura di Valerio Renzi
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Il 30 settembre il primo atto del Piano di Roma Capitale per il superamento dei campi rom sarà realtà: per quella data è stata disposta la chiusura del Camping River, in XV municipio, l'unico villaggio attrezzato ancora aperto su di un terreno privato. L'iter sarà lo stesso già approvato per Monachina e La Barbuta, solo che il tutto avverrà per le 120 famiglie ospiti del camping River a tempo da record, e non nei due anni previsti.

Camping River: l'Associazione 21 luglio scrive a Roma Capitale

Così l‘Associazione 21 luglio, ha deciso di scrivere una lettera alla direttrice dell'ufficio Rom, Sinti e Caminanti di Roma Capitale Michela Micheli, per manifestare la propria preoccupazione e chiedere un incontro all'amministrazione. Così scrive l'associazione in uno stralcio della lettera:

Le persone in condizioni di bisogno – è riportato nel testo della lettera inviata alle famiglie – potranno accedere alle misure di sostegno previste dal Piano di indirizzo di Roma Capitale per l’Inclusione delle popolazioni Rom, Sinte e Caminanti» e pertanto «gli utenti interessati a tali misure di sostegno dovranno presentare apposita domanda di ammissione corredata dall’ISEE e sottoscrivere con Roma Capitale il patto di responsabilità solidale che prevederà quale principale impegno a carico delle famiglie, la fuoriuscita dal villaggio entro la data ultima del 30 settembre 2017.

Attraverso una costante attività di monitoraggio Associazione 21 luglio ha costatato come, contrariamente a quanto previsto nella missiva del 4 luglio u.s., allo stato attuale non si sia provveduto al attivare una congrua «valutazione delle fragilità degli ospiti» volta all’«accompagnamento assistito alla fuoriuscita dal campo».

Il rischio per la 21 luglio è che l'incertezza e la mancanza – al momento – di alternative e di un iter certo, non permetta percorsi di fuoriuscita dignitosa dal campo per le persone coinvolte, nonostante la firma da parte della quasi totalità degli interessati del Patto di Responsabilità proposto dall'amministrazione.

La denuncia a Fanpage.it: "Ci hanno detto firmate o perdete tutto"

Alle telecamere di Fanpage.it alcuni dei residenti del Camping River, hanno denunciato di aver subito pressioni per accettare il patto di fuoriuscita, pura non avendo nessuna garanzia sul proprio futuro. "Il Camping River è il banco di prova della Giunta Raggi, ma prevede per i residenti non la possibilità di avere delle civili abitazioni, bensì altri moduli abitativi. Significa spostare il problema e creare altri insediamenti in giro per la città. Questo si conferma un fake plan", ha dichiarato Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio.

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