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Chiusa l’inchiesta sulla morte dello chef Alessandro Narducci: l’altro guidatore non era ubriaco

Chiuse le indagini sulla morte dello chef Alessandro Narducci e della sua amica Giulia Puleio. Il guidatore della Mercedes che ha preso in pieno il motorino sul quale viaggiavano non era ubriaco. Sarà accusato, quindi, di omicidio stradale semplice per aver percorso un lungo tratto di Lungotevere contromano.
A cura di Enrico Tata
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Alessandro Narducci
Alessandro Narducci

Chiuse le indagini sulla morte dello chef Alessandro Narducci e della sua amica Giulia Puleio. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, gli inquirenti hanno stabilito che il guidatore dell'automobile che ha preso in pieno il motorino del cuoco non era ubraco al volante. Fabio F., 30 anni, rischia comunque di finire a processo con l'accusa di omicidio stradale semplice. Questa la richiesta del pm Pietro Polidori. Omicidio semplice e non aggravato proprio a causa dell'esito dell'alcol test e del drug test. In caso di positività a uno di questi due esami il ragazzo avrebbe rischiato fino a 12 anni di reclusione. Il 30enne è accusato di aver percorso un lungo tratto di lungotevere contromano con la sua Mercedes Classe A e di aver investito il motorino guidato dallo chef Narducci e sul quale era a bordo anche la 25enne Giulia Puleio. La dinamica è stata confermata da tre testimoni oculari: un anziano residente nel quartiere, un ciclista e un passante.

Il terribile incidente lo scorso 22 giugno sul lungotevere

L'incidente in cui ha perso la vita il giovane cuoco 29enne, chef del ristorante romano Acquolina, è avvenuto nella notte dello scorso 22 giugno sul lungotevere della Vittoria a Roma, quartiere Prati. Narducci ha lavorato per Heinz Beck, il famoso chef della Pergola dell'Hotel Hilton di Roma e con i fratelli Troiani del Convivio. Successivamente viene promosso al timone dell'Hostaria Acquolina.

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