Chiude la storica boutique di Burberry in via dei Condotti: “Troppi 6 milioni di affitto”
Addio alla storica boutique del marchio di moda inglese Burberry in via Condotti. Scaduto il contratto d'affitto al momento del rinnovo la richiesta della proprietà è stata giudicata troppo esosa dal management italiano del marchio, anche per un negozio di 740 metri quadri nel salotto dello shopping di lusso della capitale: un aumento dagli attuali 3,5 milioni di euro all'anno di canone a 6 milioni. Al posto di Burberry potrebbe arrivare – dalle indiscrezioni riportate oggi dal Corriere della Sera – il marchio dell'abbigliamo di lusso Balenciaga, del gruppo Kering di cui fanno parte anche griffe dell'alta moda come Gucci e Saint Laurent.
Iacovone (Cobas): "Sono 34 i posti di lavoro a rischio"
Ora la paura è che la chiusura porti con sé la perdita di trentaquattro posti di lavoro. Esprime preoccupazione Francesco Iacovone dei Cobas, negli ultimi anni in prima fila nel difendere i diritti di chi lavora come commesso, che denuncia una complessiva strategia di disinvestimento di Burberry nel nostro paese: "In discussione sembrerebbe anche la boutique di Castel Romano. Quella di Burberry è una vera e propria “Brexit”, e a farne le spese saranno i lavoratori". Oltre a via dei Condotti il marchio inglese infatti ha annunciato la chiusura anche del negozio all'aeroporto di Fiumicino, che ha provocato la mobilitazione del personale.
Il licenziamento almeno al momento sembra inevitabile, la richiesta è che lo stesso personale sia riassorbito se davvero Burberry sta cercando una nuova collazione per la sua boutique in centro. “Chiediamo con forza che l'azienda, per tutelare i lavoratori, utilizzi degli strumenti difensivi: cassa integrazione o contratti di solidarietà, in attesa di trovare un nuova spazio per la boutique”, continua Iacovone. Il sindacato in passato aveva denunciato nello stesso negozio comportamento discriminatori e vessatori nei confronti del personale, una vicenda terminata con il licenziamento del direttore del negozio. Gli stessi lavoratori che dopo aver visto lesi i loro diritti ora potrebbero perdere il posto di lavoro.