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Burberry licenzia le commesse all’aeroporto di Fiumicino: “Scioperiamo, negozi chiusi”

Negozi chiusi al terminal 1 e 3 dell’aeroporto di Fiumicino a Roma, dopo l’intenzione di Burberry di voler mandare a casa 9 commesse su 20 per chiusura attività. Oggi le dipendenti non hanno aperto e si sono riunite per un confronto con i vertici dell’azienda: “Scioperiamo per chiedere il rientro dei licenziamenti”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Scioperiamo per chiedere a Burberry di far rientrare licenziamenti" ha spiegato a Fanpage una delle commesse del negozio del marchio londinese al terminal 1 dell'aeroporto di Fiumicino. Lo scorso 8 marzo, proprio in occasione della Giornata Internazionale delle donne, i vertici dell'azienda hanno comunicato l'intenzione di voler mandare a casa ben 9 dipendenti su 20, di cui 3 manager e 6 venditori. Il motivo è da ricercare nel fatto che il negozio chiuderà il 30 aprile, ma al momento non è previsto un ricollocamento per il personale presente. Le commesse questa mattina si sono rifiutate di tirare su le serrande e di accogliere i clienti e si sono riunite in assemblea per fare il punto della situazione e stabilire i prossimi passi da compiere per trovare un confronto con i datori di lavoro, fissato per il prossimo venerdì. Le adesioni state al 90%, per lo store di Fiumicino a cui si sono unite anche 4 persone dei negozi di via Condotti e Tritone. "Siamo rimaste stupite dalla comunicazione dei vertici dell'azienda, un modo di fare che non ci si aspetta da una multinazionale come Burberry che non ha preso in considerazione nessun ammortizzatore sociale come cassa integrazione o mobilità perché il negozio chiuderà a tempo indeterminato". Un provvedimento che, come spiega la commessa, risulta una contraddizione con le nuove assunzioni fatte altrove: "Hanno preso nuovo personale fino a pochi giorni fa con nuovo corner a Rinascente di via del Tritone con 5 contratti a tempo determinato e persone assunte da poco, invece noi veniamo mandate a casa".

Ad annunciare lo sciopero e la mobilitazione di oggi è stato Francesco Iacovone, dell'esecutivo nazionale Cobas, sempre in prima fila per le battaglie a tutela dei lavoratori che ha definito l'accaduto: "Un vero e proprio attacco alle donne e alle lavoratrici che rispondono compatte". E ha spiegato che: "Burberry fa largo uso di lavoratrici precarie e ha lo spazio per reintegrare 9 unità nei tanti punti vendita della Capitale". Una mobilitazione che non si ferma, chiarisce Iacovone: "Questo è soltanto l'inizio, non ci fermeremo fino a quando Burberry non farà rientrare questi licenziamenti e aprirà un tavolo di confronto con l'obiettivo di ricollocare il personale nel perimetro aziendale".

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