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Chi è Roberto Giachetti, il candidato sindaco Pd di Roma

Dal Partito Radicale a braccio destro di Francesco Rutelli in Campidoglio dal 1993 al 2001. E poi dal dalla Margherita al Pd e alla vicepresidenza della Camera. Chi è Roberto Giachetti, renziano ‘su generis’ candidato a sindaco di Roma dopo aver vinto le primarie.
A cura di Valerio Renzi
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Roberto Giachetti ha vinto le primarie del centrosinistra (senza la sinistra) e sarà il candidato sindaco del Partito democratico alle prossime elezioni comunali. E' l'uomo scelto da Renzi, dalla stragrande maggioranza dei big del partito, per affrontare la sfida più difficile: riconquistare il Campidoglio dopo la traumatica fine dal notaio della giunta guidata da Ignazio Marino e dopo lo tsunami di Mafia Capitale.

E il Campidoglio Giachetti lo conosce bene: qui è stato di casa dal 1993 al 2001, prima come capo della Segreteria e poi come Capo di Gabinetto di Francesco Rutelli. E di Rutelli segue la parabola politica: anche lui viene dai Radicali (di cui ha tutt'ora la doppia tessera) e, dopo una fugace militanza nei Verdi, approderà infine alla Margherita, di cui è anche segretario romano, e poi al Pd. Nel 2001 entra per la prima volta in parlamento. Nel 2006 e nel 2008 viene rieletto, prima nelle liste dell'Ulivo e poi in quelle del Pd, dove sostiene il nuovo corso di Walter Veltroni. Riconfermato alle ultime elezioni per la terza volta in parlamento, viene eletto Vicepresidente della Camera dei Deputati con 253 preferenze.

A differenza di Francesco Rutelli, non interrompe mai il rapporto con il Partito Radicale, di cui tutt'ora ha la tessera, e più di una volta intraprende degli scioperi della fame con Marco Pannella o in solitaria: nel 2002 per chiedere l'elezione dei due seggi vacanti alla Corte Costituzionale; nel 2004 per ottenere la calendarizzazione della legge sul conflitto d'interesse, e ancora nel 2008 per chiedere le elezioni primarie per la scelta del sindaco di Roma. Quando il Pd decide di non svolgere le primarie, candidando Francesco Rutelli nelle elezioni poi vinte da Gianni Alemanno, Giachetti si dimette per protesta. L'ultima battaglia condotta da Giachetti con lo sciopero della fame è stata nel 2013 per chiedere l'immediata abolizione del così detto "porcellum" e l'approvazione di un nuovo sistema elettorale.

Renziano "sui generis" che non rinuncia mai a dire la sua, Roberto Giachetti conosce bene la città, avendo vissuto dalla cabina di regia una stagione di grandi cambiamenti per Roma. E' anche un profondo conoscitore dei meccanismi parlamentari e istituzionali. Due qualità che potranno essergli utili se vincerà la difficile sfida che ha di fronte, ma prima che confrontarsi con gli avversari, dovrà riconquistare al Pd la fiducia del popolo del centrosinistra romano.

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