Caso Marco Vannini, presentato ricorso in Cassazione: “Omicidio volontario per tutti i Ciontoli”
Il pubblico ministero della Corte d'Assise d'appello di Roma, Vincenzo Saveriano, ha presentato ricorso in Cassazione per il delitto Vannini. Il pm ha chiesto l'omicidio volontario con dolo eventuale per tutta la famiglia Ciontoli, mentre la difesa – nei giorni scorsi – ha fatto invece ricorso alla Corte Suprema per chiedere l'assoluzione di Martina e Federico Ciontoli e Maria Pezzillo. Non è detto, inoltre, che non venga chiesta anche per Antonio Ciontoli, condannato a cinque anni di reclusione per omicidio colposo nei confronti di Marco Vannini. Una sentenza che ha fatto molto discutere, tanto che sono intervenute anche molte personalità di spicco della politica a riguardo. "Antonio Ciontoli esplose colposamente un colpo di pistola che attinse Marco Vannini – si legge nella sentenza di secondo grado – e ha consapevolmente e reiteratamente evitato l’attivazione di immediati soccorsi per evitare conseguenze dannose in ambito lavorativo". Secondo i giudici, Ciontoli era convinto che Marco non fosse in pericolo di vita e per questo l'omicidio da volontario è stato derubricato a colposo.
Caso Vannini, per i giudici i Ciontoli non volevano uccidere Marco
Per i genitori di Marco Vannini la sentenza è stata sconvolgente, tanto che hanno chiesto che il processo fosse rifatto da capo. La sera del 17 maggio 2015, infatti, Marco si sarebbe potuto probabilmente salvare se la famiglia Ciontoli avesse chiamato per tempo i soccorsi. E invece hanno aspettato alcune ore, hanno pulito tutto e, alla fine, hanno chiamato l'ambulanza, ma senza avvisare i sanitari che il ragazzo era stato vittima di colpi d'arma da fuoco. Per i giudici della Corte d'Appello, però, nessuno della famiglia Ciontoli pensava che Marco Vannini fosse in pericolo di vita. "Non si può crocifiggere una persona per un errore", hanno dichiarato in conferenza stampa i legali dei Ciontoli. "Hanno detto che non si può crocifiggere una persona per un ‘errore' – ha replicato il padre di Marco a Fanpage.it – A parte che non crocifiggi nessuno perché non è che lo mettono veramente in croce, però dato che ha fatto una cosa così grave, va punito per una cosa così grave. Anzi, vanno puniti, tutti quanti".