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Casal Bruciato, Arci: “Non è vero che la famiglia rom lascia la casa popolare”

La famiglia rom cui è stata assegnata una casa popolare nel quartiere di Casal Bruciato non se ne andrà dalla sua abitazione. Lo ha confermato a Fanpage.it Alberto Campailla, presidente dell’associazione Nonna Roma vicino alla famiglia sin dall’inizio di questa vicenda. Da giorni Imer, Senada e i loro figli sono oggetto di minacce da alcuni residenti e CasaPound.
A cura di Natascia Grbic
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La famiglia rom oggetto di insulti e minacce in questi giorni a Casal Bruciato, non lascerà la casa popolare che gli è stata assegnata in via Satta. Lo ha appreso Fanpage.it parlando con Alberto Campailla, presidente dell'associazione Nonna Roma e in perenne contatto con Imer e Senada Omerovic sin dall'inizio di questa vicenda. Da qualche ora gira la notizia che la famiglia vorrebbe lasciare l'appartamento perché terrorizzata. "Non è vera questa cosa – ha detto Campailla a Fanpage.it – Ho parlato con Imer appena sono usciti i primi articoli, ma ha subito smentito". Da quando ha preso possesso della casa popolare, la famiglia – composta da quattordici persone, tra cui molti bambini piccoli – è stata costretta a vivere asserragliata nell'appartamento. E l'altro giorno, per rientrare, ha avuto bisogno di passare scortata da un cordone di forze dell'ordine in assetto antisommossa: alcuni residenti e i militanti di CasaPound, infatti, volevano impedirgli di entrare in casa.

Casal Bruciato, denunciato chi ha minacciato famiglia in via Satta

E di oggi è la notizia che la Digos ha passato alla Procura di Roma l'informativa con i reati contestabili a chi ha insultato e minacciato per giorni la famiglia a Casal Bruciato. Le prime denunce sono quindi già partite. Tra loro c'è anche il militante di CasaPound che ha urlato "Ti stupro" a Senada Omerovic, mentre era in procinto di tornare a casa. L'uomo rischia un'accusa di minacce aggravata dall'odio razziale. A portare la solidarietà alla famiglia, anche la sindaca Virginia Raggi: "Un sindaco deve stare vicino agli ultimi. Credo che se partiamo dalla legalità noi attuiamo la democrazia. Questo deve essere il principio da cui partire e a cui arrivare: deve essere il filo conduttore". La famiglia è stata oggi ricevuta dal Papa, che ha espresso la sua sofferenza per quanto accaduto a Casal Bruciato in questi giorni. "È vero che ci sono cittadini di seconda classe – ha dichiarato il Pontefice durante l'udienza – Ma i cittadini di seconda classe sono coloro che scartano la gente perché non sanno abbracciare, vivono scartando e buttano fuori gli altri".

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