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Casa delle Donne, la figuraccia di Raggi: canta vittoria troppo presto e si prende meriti non suoi

Nel 2018 il Comune di Roma ha revocato la concessione alle associazioni che gestiscono la Casa Internazionale delle Donne. Da allora, per due anni di seguito, le attiviste hanno chiesto alla sindaca Raggi di trovare una soluzione e una mediazione. Sono sempre state ignorate. Adesso Raggi si prende il merito di un emendamento che è stato proposto da Italia Viva, ma non ha mai fatto nulla per lo stabile di via della Lungara.
A cura di Natascia Grbic
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"La Casa Internazionale delle Donne è salva. Abbiamo trovato una soluzione in Parlamento grazie ad un emendamento condiviso tra M5s e le altre forze politiche. Le donne unite fanno la differenza. Una vittoria di tutti!". A leggere questo tweet della sindaca Virginia Raggi verrebbe da credere che la prima cittadina e il Comune di Roma si siano battuti per evitare la chiusura della storica struttura femminista di via della Lungara, che dagli anni '70 è un punto di riferimento per le donne nella città di Roma. E invece chi conosce un minimo le vicende della Casa Internazionale del 2018, è rimasto un po' a bocca aperta. Non solo perché l'emendamento del Milleproroghe che prevedeva lo stanziamento di 900mila euro non era stato ancora approvato dal Parlamento (e cantare vittoria troppo presto si sa, porta sfortuna), ma anche perché è stata Italia Viva a proporlo, non il M5s.

È stato il Comune a revocare concessione alla Casa delle Donne

C'è poi un altro elemento, e forse è quello che lascia più increduli in tutta questa storia: è stato proprio il Comune di Roma a revocare la concessione al consorzio che gestisce la Casa delle Donne. Lo ha fatto nel 2018, ben tre anni prima della sua scadenza naturale. In questi ultimi due anni le associazioni di via della Lungara hanno chiesto varie volte alla sindaca di interloquire con loro, ma sono sempre state ignorate. In due anni è sempre stata rifiutata qualsiasi mediazione e proposta da parte delle attiviste, che avevano chiesto alla sindaca un punto d'incontro, ossia una cifra (300mila euro) che tenesse conto dei servizi e delle opere di manutenzione straordinaria e ordinaria sostenute. Nodo della questione, infatti, erano gli arretrati che la Casa delle Donne doveva al Comune, una cifra molto ingente che le associazioni non possono permettersi dato che le attività e i servizi che propongono non sono a scopo di lucro.

La Casa delle Donne: "Raggi? Mai vista"

"È il relatore dell'intera maggioranza in Parlamento che ha proposto l'emendamento, Raggi non l'abbiamo mai sentita – hanno commentato le attiviste della Casa Internazionale delle Donne – Da più di un anno attendiamo dalla sindaca di Roma una risposta al problema della transazione economica per la risoluzione definitiva del debito e la richiesta nella Convenzione di un comodato gratuito per il riconoscimento del valore sociale delle attività della Casa, come di tutti gli altri luoghi delle donne".

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