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Casa delle Donne, il comune accelera e revoca la convenzione. La risposta: “Non ce ne andiamo”

Roma Capitale ha comunicato la revoca della convenzione (scadenza fine 2021) al consorzio che gestisce la Casa Internazionale delle Donne, mettendo fine a ogni dialogo e trattativa. Ora ci sono 60 giorni da parte delle associazioni per presentare ricorso, poi lo sfratto. Dalla Casa però fanno sapere di essere pronte a mobilitarsi e di non aver nessuna intenzione di abbandonare la struttura.
A cura di Valerio Renzi
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Nessuna trattativa con un esito positivo, nessuna soluzione: Roma Capitale ha annunciato ieri la revoca della convenzione al consorzio che gestisce la Casa Internazionale delle Donne, anticipando la fine naturale di questa prevista per il 2021. La notizia è stata data dalle assessore (fatalità tutte donne) Laura Baldassarre (sociale), Rosalba Castiglione (patrimonio) e Flavia Marzano (Roma Semplice) al direttivo della Cid nel corso di un incontro pomeridiano. Il punto rimangono gli arretrati che il consorzio deve a Roma Capitale per la gestione della struttura del Buon Pastore, rispetto ai quali le associazioni della casa avevano chiesto un punto d'incontro, conteggiando i servizi e le opere di manutenzione straordinaria e ordinaria sostenute. Si torna così al punto di partenza, ovvero alla mozione presentata dalla consigliera Gemma Guerrini, che delineava come una fallimento l'esperienza della Casa proponendo la presa in gestione diretta da parte dell'amministrazione.

Ora il consorzio affidatario della struttura ha 60 giorni di tempo per presentare ricorso, poi arriverà lo sfratto. L'amministrazione di Virginia Raggi ha deciso così di andare dritto, nonostante le manifestazioni di solidarietà e le proteste, facendo prevalere la logica della burocrazia e la valutazione ‘monetaria' su quella del valore sociale del progetto. Di fatto quello che vorrebbe l'amministrazione è incamerare i progetti della Casa delle Donne, mettendo fine però alla loro autonomia. Una logica inaccettabile per associazioni e cooperative che provengono dalla storia del femminismo, e per cui il complesso di via San Francesco di Sales non rappresenta una "concessione" ma l'ultima tappa di una lunga lotta nata alla fine degli anni '70 con l'occupazione di via del Governo Vecchio.

Intanto il direttivo del consorzio, annuncia in un comunicato stampa di essere pronte a nuove iniziative di lotta e mobilitazione, fino alla rioccupazione della struttura. "Non possiamo – scrivono – non rilevare che l’annuncio della revoca della Convenzione avviene alla vigilia di agosto, nella peggiore tradizione di ogni vertenza pubblica e privata nel nostro paese. La Casa Internazionale delle donne e tutte le attività e servizi che al Buon Pastore vengono erogati rischiano la chiusura a causa di questo ulteriore incomprensibile attacco della giunta Capitolina al femminismo e alla vita associata a Roma; noi abbiamo proposto una transazione che chiuda definitivamente la questione del debito; grazie al grande sostegno che abbiamo ricevuto con la Chiamata alle arti e con la grande mobilitazione in Campidoglio del 21 maggio, c’è a Roma e nel paese la consapevolezza di quanto negativo e grave sarebbe scrivere la parola fine alla esperienza della Casa Internazionale delle donne. Ci sentiamo per questo di chiedere a tutte e a tutti di sostenerci, di continuare la campagna di solidarietà e anche di sottoscrivere. Sembra incredibile ma una volta di più la giunta Raggi stupisce per totale mancanza di presa sulla realtà. E per sordità, prima di tutto politica".

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