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Carcere di Rebibbia, la Cgil denuncia: “Strutture fatiscenti e manca il personale”

La Cgil pubblica un reportage sul lavoro della polizia penitenziaria girato all’interno del carcere di Rebibbia lo scorso 9 febbraio, pochi giorni prima dell’evasione di Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu.
A cura di Enrico Tata
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Dopo la fuga di due detenuti da Rebibbia, scappati dalle loro celle con le classiche lenzuola da film annodate alla finestra e poi calate a terra, si discute sulla sicurezza del carcere romano. Un contributo arriva dalla Cgil che ha pubblicato un video, girato lo scorso 9 febbraio e quindi pochi giorni prima dell'evasione di Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu, proprio sulla situazione all'interno del carcere di Rebibbia e sul lavoro della polizia penitenziaria.

Nel reportage della Cgil, Stefano Branchi, della polizia penitenziaria, racconta come il regolamento preveda la presenza di tre agenti, uno per ogni braccio, cioè per ogni sezione detentiva, e un poliziotto, che in gergo chiamano "rotonda", nell'atrio di ingresso dietro a una grande struttura rotonda di marmo. Da qualche tempo il carcere sta sperimentando la cosiddetta "vigilanza dinamica", cioè a "regime aperto" per i detenuti a media e bassa pericolosità realizzato potenziando gli spazi dedicati a lavoro, sport, attività ricreative e culturali.  "La vigilanza dovrebbe essere messa a regime, ancora non funziona molto bene perché le strutture non permettono di farla funzionare in modo corretto. Purtroppo spesso c'è un solo collega che è responsabile di circa 150 detenuti. Ricordiamo durante la giornata lavorativa c'è chi va a scuola, chi va a lavoro, i colloqui, chi esce per passeggiare. Un carico di lavoro molto pesante", racconta Branchi. Le strutture, mostra il video sono fatiscenti. Ci sono infiltrazioni d'acqua in alcuni bagni, le pareti perdono intonaco e il riscaldamento in qualche parte del carcere non funziona. "Basta pensare – spiega Branchi – che vengono investiti 24mila euro all'anno per una struttura che ospita 1400 detenuti e oltre 1000 lavoratori". Nella zona riservata allo svago e al passeggio dei detenuti, si vede nel video, c'è solo un poliziotto a sorvegliare i detenuti. Qualche tempo fa c'era una torretta con tre agenti di guardia.

"E' vero, ci sono grandi problemi di risorse umane perché il personale non è adeguato ai numeri. Qui mancano circa 200 unità di personale distaccato a vario titolo in altre sede romane. Purtroppo le strutture attualmente esistenti non si prestano molto alla vigilanza dinamica. E da questo si può apprezzare anche la difficoltà del personale e il sacrificio che fa per portare avanti tutti i servizi". Queste le dichiarazioni del direttore del carcere, Mauro Mariani.

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