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Roma, evasi 2 detenuti da Rebibbia. Smentita la cattura: continua la caccia all’uomo

È durata meno di 24 ore la fuga di due detenuti romeni, rispettivamente di 28 e 33 anni, evasi domenica sera dal carcere romano di Rebibbia dopo aver segato le sbarre di un magazzino dove lavoravano ed essersi calati dalla finestra con un lenzuolo. Gli evasi sono stati arrestati in un appartamento di Tivoli.
A cura di An. Mar.
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Aggiornamento ore 15: è stata smentita dagli inquirenti la notizia della cattura dei due fuggitivi, diffusa dal sindacato Fns Cisl Lazio e poi smentita dalla stessa siglai. A Tivoli fermati due uomini ma non erano loro. Continua la caccia all'uomo ma dei evasi per il momento nessuna notizia.

Aggiornamento ore 13: Sono stati catturati a Tivoli, vicino Roma, i due detenuti romeni evasi dal carcere di Rebibbia nella serata di domenica. I due, il 33enne Catalin Ciobanu e il 28enne Mihai Florin Diaconescu, si trovavano all'interno di un appartamento che avevano raggiunto con un autobus. La loro fuga da film era iniziata approfittando del loro status di detenuti lavoratori: i due carcerati, di cui con una condanna non definitva per omicidio, hanno segato le sbarre del magazzino dove lavoravano e si sono calati dalle finestre con delle lenzuola.

La dinamica dell'evasione

Le ali della libertà per due detenuti del carcere romano di Rebibbia evasi domenica sera, avevano la forma di un paio di lenzuola. È con quelle che si sono calati dalla finestra della struttura detentiva alla quale avevano segato le sbarre. Si tratta di Catalin Ciobanu, di 33 anni e di Mihai Florin Diaconescu di 28, entrambi nati in Romania e fuggiti ieri la sera del 14 febbraio dal carcere di Rebibbia, lungo la Tiburtina, saltando dal magazzino in cui erano impiegati come lavoranti. Secondo quanto ricostruito successivamente i due evasi si sarebbero poi allontanati in autobus: a riferirlo alle autorità alcuni testimoni. I due scontavano la pena, rispettivamente, per rapina e omicidio e sequestro di persona. A dare la notizia è stato il segretario generale aggiunto della Cisl Fns, Massimo Costantino.

È allarme sorveglianza nelle carceri

E mentre è in corso la caccia ai due fuggitivi, con dispiegamento di forze dell'ordine in tutta la capitale, c'è chi punta il dito contro le falle della sicurezza nella struttura detentiva."Questa sera, quando è avvenuta l'evasione, nel reparto in cui erano detenuti i due soggetti evasi, c'erano di guardia solo due agenti per complessivi 150 detenuti" sottolinea Donato Capece, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, denunciando la "grave situazione di sottorganico del corpo". "Il problema degli organici nelle carceri – spiega Capece – si riverbera sulla sicurezza delle strutture penitenziarie: fatti come quello accaduto stasera a Rebibbia creano un forte senso di insicurezza tra la popolazione".

"Torno a fare appello – continua Capece – a nome del sindacato, al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al premier Renzi e al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria perché affrontino i problemi di organico degli agenti. Avevamo chiesto che nella legge di stabilità si anticipasse dal 2018 al 2016 il turn over di 800 agenti: ci hanno bocciato l'emendamento. Il corpo di polizia penitenziaria ha complessivamente settemila unità in meno del dovuto. Ogni anno perdiamo circa 1.300 unità per gli agenti che vanno in pensione. Inoltre pesa anche l'eta' e in tanti reparti molti agenti sono ormai in la' con gli anni: sarebbe indispensabile un ricambio per garantire migliore sicurezza delle carceri".

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