Carabiniere ucciso, le parole commosse della vedova di Cerciello: “Ricordate Mario come un eroe”
Una marcia silenziosa ha sfilato ieri sera per le vie del centro di Roma, partendo da piazza Farnese fino ad arrivare a piazza del Monte di Pietà. In tanti hanno aderito all'iniziativa, organizzata dal SIM (Sindacato Italiano militari Carabinieri), per ricordare il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega a due mesi dal suo omicidio. In testa al corteo c'è Rosa Maria Esilio, la moglie di Mario, che percorre a fatica quelle stradine che si snodano intorno a Campo ‘de Fiori. Lei e Mario si erano trasferiti a pochi passi dalla stazione dei Carabinieri di Piazza della Trinità dei Pellegrini dove l'uomo lavorava. In queste strade, che ora percorre tendendo stretta tra le mani una candela, tutto le ricorda il marito ucciso una notte di luglio. La voce di Rosa Maria e il suo sguardo tremano mentre stringe mani e abbozza sorrisi ad amici e parenti giunti alla fiaccolata. “Ringrazio tutti coloro che sono qui e soprattutto chi in questi due mesi ha ricordato e continua a ricordare Mario come un eroe, perché lui era un eroe”. Qui la voce si spezza e lo sguardo si fa più cupo. Stringe la mia mano e prosegue: “In tanti mi sono stati vicino in questi due mesi, mi sento di ringraziare anche voi giornalisti che state raccontando cosa è successo. Non mi sono mai sentita sola e devo ringraziare tutti, italiani e non, che si sono stretti intorno a me”.
Tra i partecipanti silenziosi e con una candela in mano c'è anche Andrea Varriale, il collega che si trovava in via Pietra Cossa insieme a Mario quando è stato accoltellato a morte. Stringe forte a sé Rosa Maria, un abbraccio inconsolabile tra chi ha perso il proprio compagno di vita e chi ha visto morire un collega un amico tra le braccia. A sfilare in testa al corteo c'è Sandro Ottaviani che anche stavolta, come durante la prima messa in ricordo del collega ucciso, sorregge Silvia, la mamma di Mario, portandola per mano. I due carabinieri sono indagati ma oggi non c'è tempo per parlare dell'inchiesta che da due mesi sta cercando di ricostruire pezzo per pezzo cosa è accaduto quella notte tra il 25 e il 26 luglio. È il giorno del dolore e della preghiera come ha ricordato il Monsignor Vittorio Formenti prima di celebrare il rosario. "Mario è stato un eroe e lo è stato non tanto e solo perché è morto difendendo i cittadini quello è scontato. Ma perché quella è stata tutta una preparazione di tutta una vita di impegno nei confronti degli altri".