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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Carabiniere ucciso, l’avvocato di Natale: “Puntiamo all’assoluzione completa”

Il legale difensore di Christian Gabriel Natale Hjorth in carcere per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, in un’intervista rilasciata a Radio Cusano ha parlato della situazione del suo assistito a pochi giorni dal processo: “Fondamentale sarà svelare la realtà dell’antefatto, puntiamo all’assoluzione completa”.
A cura di Alessia Rabbai
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Natale Hjort
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"Puntiamo all'assoluzione completa" sono le parole dell'avvocato di Christian Gabriel Natale Hjorth, uno dei due ventenni americani in carcere al Regina Coeli insieme a Finnegan Lee Elder per l'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, freddato a coltellate la notte dello scorso 26 luglio nel quartiere Prati a Roma. Francesco Petrelli, difensore di Natale Hjoth intervistato a "L'Italia s'è Desta" condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti in onda su Radio Cusano Campus, ha parlato della situazione del suo assistito a pochi giorni dall'inizio del processo. "Fondamentale sarà svelare la realtà dell'antefatto" spiega il legale.

Il video di Natale bendato sarà tema un tema del processo

E rispetto al video che immortala il ventenne americano bendato e con le mani legate dietro alla schiena nella caserma dei carabinieri di via In Selci, ha detto che ciò sarà inevitabilmente un tema del processo. "Le immagini lasciano un senso di profonda amarezza, specialmente in uno stato di diritto e in una società che dovrebbe dirsi civile ed ispirata a norme di rispetto di dignità anche nei confronti di persone accusate di crimini efferati questo non dovrebbe accadere" ha commentato così il video il legale, definendo quello subito da Natale un "trattamento umiliante e indegno".

Sbagliate le traduzioni delle frasi di Natale ed Elder intercettati

Di ieri la notizia di errori nelle traduzioni di alcune frasi che Elder e Natale hanno pronunciato mentre erano intercettati mentre erano in cella. A sostenerlo i difensori di Lee Finnegan. I due giovani hanno sostenuto fin dall’inizio di aver aggredito il militare e il suo collega perché convinti che fossero degli spacciatori. Nelle conversazioni avrebbero invece lasciato intendere di sapere che si trattava di carabinieri. Ma per la difesa il senso delle loro parole è stato cambiato e alcuni passaggi sono stati omessi.

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