Carabiniere ucciso, l’avvocato di Elder valuta il ricorso al Tribunale del Riesame
Finnegan Lee Elder potrebbe ricorrere al Tribunale del Riesame, ma è una mossa che la difesa sta ancora valutando in attesa degli accertamenti già fissati per la prossima settimana. Lo fa sapere Roberto Capra, avvocato del giovane americano di 19 anni che si trova in carcere per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso con 11 coltellate nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma. Il legale aggiunge che nella prossima settimana ci saranno diversi accertamenti, e che per la difesa "è importante capire cosa è successo in tutte le fasi di questa vicenda, da Trastevere fino a Prati".
La difesa americana di Elder: "Dinamica non chiara senza telecamere"
Il 19enne, dopo avere confessato, davanti ai gip era rimasto in silenzio. Craig Peters, consulente americano di Ethan Elder, padre di Finnegan, in una intervista rilasciata alla testata americana ABC7 News, dice che su questa indagine ci sono ancora dei punti oscuri, che mancano "risposte ad alcune domande che purtroppo riteniamo non vengano poste in questo momento". Per il team legale la dinamica precisa non può essere ricostruita in quanto mancano le immagini del momento dell'accoltellamento, avvenuto in via Pietro Cossa, perché, spiega il team difensivo, "la telecamera sul luogo dell'omicidio non funzionava". Il legale torna anche sul possesso del coltello, ribadendo che, almeno a San Francisco, non è insolito che un ragazzo giri armato per protezione. Intanto Ethan Elder è tornato a Regina Coeli per il secondo colloquio col figlio, così come il padre di Gabriel Natale Hjorthl, l'altro giovane americano arrestato, che secondo la ricostruzione stava lottando col carabiniere Varriale mentre Elder accoltellava a morte Cerciello.
I carabinieri ascoltati in Procura per la morte di Cerciello
Oggi, 2 agosto, alcuni carabinieri sono stati ascoltati a piazzale Clodio. Tra le persone sentite ci sarebbero i quattro fuori servizio che erano intervenuti per l'operazione antidroga, quando avevano visto il passaggio di stupefacente (in realtà aspirina) tra un pusher e uno dei ragazzi, accompagnato da Sergio Brugiatelli; sarebbe stato ascoltato anche Andrea Varriale, il carabiniere che era stato chiamato per prendere parte a quell'operazione, dopo che i sospetti si erano dileguati, e che successivamente era con Cerciello per la seconda operazione, quella del "cavallo di ritorno", quando i ragazzi avevano chiesto cento euro e un grammo di cocaina per la restituzione dello zaino rubato.
Smentita la voce circolata nelle scorse ore, secondo cui anche il partner di Cerciello sarebbe stato disarmato: Il Comando Provinciale di Roma ha ribadito che il carabiniere Varriale aveva la pistola di ordinanza, che dopo la tragedia è stata presa per accertamenti come da prassi. Questa mattina si è svolto un nuovo vertice per fare il punto sulle indagini, a cui hanno preso parte il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, il comandante provinciale dei carabinieri di Roma Francesco Gargaro, il comandante del Nucleo Investigativo Lorenzo D'Aloia e il comandante del Reparto Operativo Mario Conio.