Carabiniere ucciso, chiuse le indagini sui carabinieri che bendarono Natale Hjorth
Chiuse le indagini sul bendaggio e sulla foto di Natale Hjorth, uno dei due statunitensi arrestati per la morte di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere napoletano ucciso a Roma lo scorso luglio. Hjorth, che è accusato di concorso in omicidio, fu immortalato poco dopo il fermo mentre era in caserma bendato e la foto scatenò un mare di polemiche. Per quella vicenda, sono finiti nei guai due carabinieri: il primo sarebbe chi, materialmente, aveva bendato il giovane californiano, che rischia ora l'accusa di abuso di autorità contro arrestati o detenuti; l'altro sarebbe invece chi avrebbe scattato la foto e l'aveva diffusa, che rischia invece di essere iscritto nel registro degli indagati per aver infranto il divieto di pubblicazione di immagini di persona privata della libertà.
Rischia invece l'accusa di falso l'ex comandante della stazione di Piazza Farnese: aveva attestato che Andrea Varriale, collega di pattuglia di Mario Cerciello Rega, gli avesse consegnato la pistola d'ordinanza nella notte dell'omicidio. Circostanza che, invece, sarebbe stata smentita dagli inquirenti. Intanto, prosegue il processo per i due statunitensi per la morte del vicebrigadiere: il 26 febbraio è previsto l'inizio del processo per i due statunitensi proprio per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Entrambi i giovani sono accusati di omicidio volontario, sebbene secondo il quadro accusatorio ad infliggere materialmente le undici coltellate al carabiniere sarebbe stato Finnegan Lee Elder, mentre Natale Hjorth era presente: quest'ultimo è stato anche accusato da Varriale per lesioni personali.