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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Carabiniere ucciso a Roma, Elder Lee e Natale Hjorth si preparavano a lasciare l’Italia

Nella stanza d’albergo, dietro un pannello del soffitto ritrovato anche l’arma utilizzata per uccidere il vice brigadiere Mario Cerciello Rega: un grosso coltello. La dinamica dei fatti: dopo essere stati “truffati” nell’acquisto di cocaina avevano rubato il borsello di un pusher, informatore dei militari che si presentano all’appuntamento per lo scambio.
A cura di Valerio Renzi
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Si chiamano Elder Lee e Natale Hjorth i due ragazzi americani di 19 anni fermati per l'omicidio del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Nella stanza dell'hotel in Prati, a poche centinaia di metri  dal luogo dell'omicidio dove di nascondevano, è stato trovato anche un coltello di notevoli dimensioni con il quale il militare è stato colpito otto volte, una delle quali al cuore. L'arma del delitto era occultata dietro un pannello del soffitto. I due devono rispondere di omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. A sferrare materialmente le coltellate sarebbe stato Elder Lee, il giovane con i capelli biondi. Secondo quanto appurato dalle indagini quando i due sono stati fermati avevano tentato di occultare gli abiti sporchi di sangue e si preparavano a lasciare l'Italia per tornare precipitosamente negli Stati Uniti, nella speranza di scappare all'arresto.

Truffati da uno spacciatore gli rubano il borsello

Secondo quanto ricostruito i giovani americani in vacanza nella capitale avrebbero comprato nei pressi di Campo de Fiori dello stupefacente, cocaina per la precisione, ma il pusher contattato in strada aveva venduto loro dell'innocua polvere bianca. A quel punto decidono di vendicarsi e rubano il borsello allo spacciatore – un uomo di 40 anni italiano Sergio Brugiatelli ora agli arresti domiciliari – e chiedono per ridarglielo indietro un grammo di cocaina e 100 euro.

Allo scambio si presentano i militari e non il pusher

Lo scambio viene organizzato ma il pusher decide di coinvolgere i carabinieri, di cui sarebbe un informatore, che si presentano all'appuntamento al suo posto per recuperare la refurtiva. I due giovani però si presentano armati, forse neanche capiscono che di fronte hanno degli uomini delle forze dell'ordine, forse pensano ad altri spacciatori e quando Mario e il collega provano a fermarli uno dei due – forse anche sotto l'effetto di stupefacenti – scaglia le coltellate mortali.

Le versioni dei due fermati contrastano su un punto

"Non avevo capito fosse un carabiniere", avrebbe detto Lee agli inquirenti, spiegando che al momento del fermo, quando il militare era in borghese, non avrebbe capito si trattasse di un uomo delle forze dell'ordine. Nell'ordinanza di tre pagine del fermo c'è scritto che Mario e il suo collega si sarebbero però immediatamente qualificati. L'altro giovane fermato invece ha ammesso che i militari si fossero qualificati in quanto tali.

Le indagini sull'omicidio di Mario Cerciello Rega

Per arrivare alla ricostruzione della dinamica dei fatti c'è voluta un'intera giornata, mentre l'altalena di indiscrezioni e dichiarazioni della politica puntava il dito contro "un gruppo di nordafricani". Fino alla confessione di uno dei due, e successivamente al ritrovamento del coltello, anche gli inquirenti pensavano che i due giovani fossero coinvolti in "un giro di scambio di droga" ma che non fossero gli autori materiali dell'efferato omicidio. Poi la svolta.

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