Call center della coca a San Basilio, l’sms ai clienti: “Fermi causa Covid, domani torniamo al top”
"Ciao bello\a sono lele di san basilio siamo stati fermi x un po a causa del covid19 comunque da domani alle 14 fino alle 2 di notte risaremo attivi con amichetti a 30 e (mani o tmax a 230) disponibili a raggiungerti dove sei siamo tornati al top top chiamami un abbraccio lele". Questo il messaggio inviato ai vecchi clienti da Samuel Billocci, uno dei capi del gruppetto di San Basilio che aveva messo su un vero e proprio call center della cocaina. Leader della banda, oltre a lui, anche il fratello Manolo Billocci e Paolo Pirino, già in carcere perché accusato dell'omicidio in concorso di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso la notte tra il 22 e il 23 ottobre dello scorso anno. Sono stati tutti arrestati, altre quattro persone, tutte accusate di far parte della stessa organizzazione, sono invece finite ai domiciliari. Si tratta dei corrieri, tre dei quali sono donne: uno stratagemma usato dalle organizzazioni criminali perché in genere le ragazze sono meno soggette a controlli e fermi da parte delle forze dell'ordine.
Come tutti, anche i pusher hanno ‘sofferto' la crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus. Ma rispetto ai piccoli commercianti, per loro riprendere in mano i guadagni è più semplice: secondo quanto emerso dall'ordinanza firmata dalla giudice Simona Calegari, il gruppetto avrebbe guadagnato fino a 15mila euro a settimana per la vendita a domicilio di cocaina. Un sistema comodo per gli acquirenti, che così non dovevano uscire e andare fino a San Basilio, rischiando anche di essere fermati dalle forze dell'ordine con addosso la cocaina. Dalle 30 alle 50 consegne al giorno, 80 nei giorni prefestivi. ‘Un amico' per una dose, ‘una mano', cinque grammi. Quantità non eccessive, ma che fruttavano alla banda migliaia di euro ogni settimana. Questo sistema, si legge nell'ordinanza, ha consentito alla banda di "ritagliarsi uno spazio operativo di tutto rispetto (atteso il giro di clienti ed il “fatturato” della impresa delinquenziale messa in opera) in un contesto già a fortissima presenza criminale di gruppi agguerriti e con superiore caratura malavitosa come il quartiere romano di San Basilio".
Dalle indagini è emerso che Paolo Pirino era già stato arrestato per droga nel 2016. E sempre lui, la sera del 23 maggio 2019, aveva cercato di investire due militari delle Fiamme Gialle che gli avevano intimato l'alt per un controllo. All'epoca era riuscito a far perdere le sue tracce: non è bastato evidentemente, dato che ora è stato identificato anche se a distanza di tempo. Cinque mesi dopo, l'omicidio di Luca Sacchi. A premere materialmente il grilletto è stato il 21enne Valerio Del Grosso, mentre Pirino ha colpito il personal trainer e la fidanzata Anastasiya Kylemnyk con una mazza, al fine di portargli via lo zainetto con dentro 70mila euro. Dell'omicidio sono accusati in concorso Valerio Del Grosso, Paolo Pirino e Marcello De Propris, che ha fornito l'arma per la rapina finita nel sangue.