Cadaveri trovati in mare a Terracina: sono compagna e figlia dell’imprenditore Iacobucci
Erano in acqua da diversi giorni i corpi senza vita di una donna e di una bimba che sono stati trovati in mare, abbracciati, nelle acque di Terracina, vicino Latina. Dopo i primi riscontri, i carabinieri e la procura di Latina hanno accertato che si tratta della compagna e della figlia dell'imprenditore Pierluigi Iacobucci, 32enne scomparso dopo una gita in moto d'acqua e il cui cadavere era stato trovato il 3 maggio sulla spiaggia di Baia Domizia, in provincia di Caserta. Il giorno precedente al macabro ritrovamento, Iacobucci, originario di Mondragone (sempre nel Casertano) e titolare di alcuni supermercati nel sud della provincia di Latina, era uscito per un giro in mare con una moto d'acqua. Si è però scoperto soltanto oggi che l'uomo non era solo: con lui c'erano anche la compagna, una donna cubana di circa 30 anni, e la figlioletta di 3 anni. I primi accertamenti sui cadaveri della donna e della bimba avevano rivelato che sui corpi non c'erano segni di violenza, anche se lo stato di decomposizione aveva suggerito che si trovassero in mare ormai da diversi giorni. Sia la donna, la cui apparente età era stata stimata appunto attorno ai 30 anni, sia la bambina indossavano un giubbotto di salvataggio. Entrambe erano state inoltre descritte come persone dalla carnagione mulatta, forse originarie del Sud America, ma addosso ai corpi non erano stati trovati documenti utili a identificare le vittime. Dopo il recupero dei due cadaveri l'area del ritrovamento era stata controllata da altre motovedette della Guardia costiera, nel timore che potessero esserci altri cadaveri: le ricerche hanno però dato esito negativo.
Il ritrovamento poco prima delle 11
Il macabro ritrovamento è avvenuto poco prima delle 11, quando militari della Guardia di finanza a bordo di un pattugliatore hanno notato i due corpi in mare a un miglio circa dalla Foce di Torre Canneto, inviando una segnalazione alla Guardia costiera di Terracina. I due corpi sono stati recuperati dalle motovedette e condotti nel porto di Terracina, dove sono a disposizione dell'autorità giudiziaria. In un primo momento si era ipotizzato che la donna e la bimba fossero le vittime di uno dei naufragi dei barconi che trasportano rifugiati che sono avvenuti nel corso delle scorse settimane, ma l'ipotesi era stata ritenuta poco plausibile.