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Burger King, dopo Marino chiude anche quello di Genzano

Ancora oscuri i motivi che hanno portato alla chiusura del fast food di Genzano. Secondo il Movimento 5 Stelle, i proprietari erano gli stessi del Burger King di Marino. I due imprenditori erano finiti in manette la scorsa settimana insieme al sindaco di Marino.
A cura di En.Ta.
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Dopo la chiusura del Burger King di Marino, sequestrato dopo l'arresto del sindaco Silvagni , chiude anche quello di Genzano. Secondo il Movimento 5 Stelle il fastfood di Genzano sarebbe di proprietà degli stessi due imprenditori, finiti agli arresti, che secondo gli inquirenti avrebbero ricevuto dal sindaco di Marino il via libera a costruire in cambio dell'assunzione di circa 30 persone segnalate da Silvagni. I motivi della chiusura del ristorante di Genzano non sono ancora stati resi noti, ma sembrerebbe che non siano legati all'inchiesta sulla corruzione a Marino.“Forse nessuno se n'è accorto, oppure tanti lo sanno ma tutti tacciono, ma anche a Genzano è presente un punto Burger King e fa capo allo stessa persona recentemente arrestata in via cautelare insieme al Sindaco Silvagni di Marino, per irregolarità nelle autorizzazioni”, si legge in una nota diffusa dal Movimento 5 Stelle. “Ci stiamo ponendo allora diverse domande, prima tra tutte se sia una casualità la chiusura del Burger King di Genzano esattamente 24 ore dopo l'arresto del suo proprietario per motivazioni non note ma che, visto il tempismo, gettano ombre e dubbi sulla tempestività e, magari, sulle procedure da seguire (ad esempio la SCIA)”.

“La nostra solidarietà – continua la nota – va comunque ai lavoratori e alle loro famiglie, nella speranza che questi gravi fatti non ricadano sulle loro teste, anche se il concetto di fast food in una località a vocazione agricola, con eccellenze alimentari prodotte in tutto il circondario, denota un decadimento culturale e avversante all'agricoltura locale, se poi le ombre che calano diventano anche di carattere legale, clientelare e di messa in pericolo dei cittadini, allora siamo molto preoccupati”.

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