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Arrestato il sindaco di Marino per corruzione. “Trenta posti de lavoro so 1500 voti”

Il primo cittadino Fabio Silvagni avrebbe rilasciato illecitamente le necessarie autorizzazioni per la costruzione di un fast food Burger King in cambio dell’assunzione di persone da lui indicate per garantirsi così un ritorno politico ed elettorale.
A cura di Enrico Tata
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Il via libera a un cambio di destinazione d'uso, da artigianale a commerciale, per favorire imprenditori amici. Come tornaconto, la promessa di assumere una trentina di persone per garantirsi voti e prestigio politico. D'altronde, "trenta posti de lavoro so millecinquecento voti", si legge nella trascrizione di una delle intercettazioni. E così i permessi necessari per costruire un Burger King in via Nettunense, nel comune di Marino, sono arrivati quasi subito. Questa mattina il sindaco di Marino, Fabio Silvagni, centrodestra, è stato arrestato e ora si trova ai domiciliari. Dovrà rispondere dei reati di corruzione e peculato. Insieme a lui, sono stati arrestati i due imprenditori responsabili della costruzione del locale, un investimento di oltre 3 milioni di euro per il ristorante e un grande parco giochi esterno. Ora il fast food, che è stato inaugurato a dicembre del 2014, è sotto sequestro. Uno dei due imprenditori, tra l'altro, appartiene alla sottosezione della Polizia stradale di Albano Laziale, in aspettativa per malattia da circa un anno. Il sindaco di Marino avrebbe concordato con loro, e forse con altri imprenditori, non solo le assunzioni di circa venti persone amiche, ma anche sponsorizzazioni di eventi organizzati dal Comune. Permessi a costruire in cambio di soldi per realizzare feste e sagre nel paese dei Castelli Romani a pochi chilometri da Roma.

"Tu considera trenta posti de lavoro, so millecinquecento voti e in un Comune fanno la differenza!". A dirlo è uno degli imprenditori arrestati in una conversazione intercettata. In un'altra conversazione l'imprenditore sottolinea: "Il sindaco l'ho minacciato che licenziavo tutti, perché il sindaco prima da dacce l'autorizzazione, ha detto: ‘io te la do, me assumi trenta persone?' gliene abbiamo assunte quasi quaranta e mo gli ho detto che glieli rimando tutti a casa.. Pe' prende i voti no? Ha fatto assume la gente. Ecco come funziona l'Italia! E poi… Me fai pure chiude! Questa e' la situazione!".

Fabio Silvagni viene anche ritenuto responsabile di un ulteriore episodio di corruzione in relazione a un mandato di pagamento emesso dal Comune di Marino per lavori appaltati dall'amministrazione ed effettuati da un'impresa edile locale. È stato possibile ricostruire il personale interessamento del sindaco per l'emissione da parte dei suoi uffici di un mandato di pagamento di 100mila euro in favore di un imprenditore marinese per lavori affidatigli dal Comune. In questo caso, il sindaco avrebbe personalmente beneficiato di una somma di denaro pari al 3 per cento di quella liquidata all'imprenditore, divisa con un dipendente comunale suo complice, anche lui agli arresti domiciliari. Al sindaco viene infine contestato anche il reato di peculato poiché accusato di essersi, in più occasioni, appropriato per usi personali e con la complicità di alcuni dipendenti di una società del Comune di Marino, di carburante per la sua automobile personale.

La notizia di reato che ha dato origine all'indagine – si legge nell'ordinanza del gip – parte da una conversazione telefonica captata nell'ambito di altro procedimento intercorsa fra il gestore di un bar di Marino e candidato nelle ultime elezione comunali con l'Udc nella coalizione che ha portato Silvagni all'elezione di sindaco, e un "facoltoso imprenditore della zona e titolare di depositi di carburante". Nel corso della chiaccherata i due "fanno riferimento al patto corruttivo intercorso fra l'attuale sindaco di Marino, l'indagato Silvagni, e tale Gianluca Tommasi in ordine all'apertura di un punto vendita Burger".

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