Boom di chiamate ai centri antiviolenza, Raggi: “Quasi mille telefonate in più nel mese di aprile”
Con l'emergenza coronavirus si è registrato un aumento significativo di casi di violenza sulle donne. Costrette in casa per molto tempo con conviventi maltrattanti, in molti casi senza poter uscire o andare al lavoro, molte di loro sono costantemente picchiate, insultate e minacciate di morte. Si tratta di una realtà orribile, che ci viene purtroppo restituita e confermata dai casi di cronaca: decine di uomini (solo a Roma) vengono sistematicamente arrestati e portati in carcere con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L'altro giorno, a Lanuvio, un 22enne ha tentato di uccidere la fidanzata con diverse coltellate: la giovane è in fin di vita, lui ha provato a giustificarsi dicendo che era affranto per la perdita di una persona cara. Una spiegazione che ovviamente è solo una scusa: in tanti subiscono lutti, soprattutto in questo periodo. Non tutti però decidono di uccidere la propria compagna.
L'emersione della violenza in famiglia è testimoniata anche dal pauroso incremento che hanno avuto le chiamate ai centri antiviolenza in questo periodo a Roma. Secondo quanto dichiarato dalla sindaca Virginia Raggi, ad aprile (e il mese non è ancora finito) sono arrivate 1309 telefonate al 1522. Lo scorso anno, nello stesso periodo, erano state 397. "In questo periodo di emergenza rimanere a casa non è stato semplice per nessuno, ma sapevamo che per alcune donne la convivenza forzata si sarebbe rivelata un problema molto grave. Per questo motivo, sin dall'inizio dell'emergenza, abbiamo voluto diffondere con tutti i mezzi a nostra disposizione il numero antiviolenza e antistalking, il 1522. Pensate che ad aprile le telefonate a questo numero sono state 1.039. Nello stesso periodo lo scorso anno erano state 397. Un picco significativo che fa emergere l'urgenza di un presidio costante, ma soprattutto l'importanza nel far conoscere a tutte le donne l'esistenza di questo numero".
C'è però un problema: nonostante le centinaia di chiamate ai centri antiviolenza, aperti h24, non ci sono posti per tutte nelle case rifugio. A Roma, infatti, ce ne sono solo 25: una mancanza molto grave, di cui il peso si sta sentendo soprattutto in questo periodo. Il Comune di Roma ha adibito proprio di recente l'Istituto San Michele a Tor Marancia a struttura ospite delle donne e dei loro figli che fuggono da contesti difficili. "Roma è sempre accanto alle donne vittime di soprusi. I nostri Centri antiviolenza sono rimasti attivi anche durante l'emergenza garantendo l'assistenza telefonica h24. Abbiamo inoltre aperto una nuova struttura d'accoglienza per 40 donne senza dimora, sole o con bambini, all'interno dell'Istituto San Michele a Tor Marancia. Un luogo sicuro in cui potranno stare. Voglio ricordare a tutte le donne che non sono sole e che possono chiedere aiuto utilizzando l'app o chiamando il numero 1522 per ricevere tutto il sostegno e il supporto necessario".