Bimbo morto a Maccarese, la lettera di mamma Simona: “Chi sa parli”
Con una lunga lettera pubblicata su Facebook Simona Righetti chiede di sapere la verità sulla morte del figlio Alessandro, 11 anni, trovato senza vita in un canale d'irrigazione nel pomeriggio dello scorso 3 ottobre, poco lontano dalla casa dei nonni a Maccarese (Fiumicino). Il primo appello di Simona è rivolto ai suoi concittadini. Proprio nel giorno in cui trapelano importanti novità sull'inchiesta, si rivolge ai suoi concittadini: "Volevo rivolgere un appello a tutte le famiglie di Maccarese: se qualcuno ha visto qualcosa il 3 Ottobre nel primo pomeriggio che riguarda la scomparsa di mio figlio, Vi prego di rivolgerVi alle autorità. Io sono fermamente convinta che Alessandro in quel momento non era solo, e che su quel canale quel pomeriggio era in compagnia di altre persone".
Poi l'urlo di rabbia di Simona, che nega con decisione che Alessandro si possa essere tolto la vita con un gesto volontario. Parla di un bimbo "sensibile" ma "niente più di questo", "che necessitava di un aiuto in più rispetto agli altri suoi coetanei". "È vergognoso aver insinuato che si sia suicidato perché era stanco della sua vita ed è vergognosa la fuga di notizie uscita sui giornali e sulle televisioni, rispetto a documenti coperti dal massimo riserbo", si legge nella lettera. Alla base dell'ipotesi presa inizialmente in considerazione dagli inquirenti le dichiarazioni di un insegnante di sostegno, che aveva segnalato anche Alessandro ai servizi sociali.
Non risparmia neanche le critiche al primo sindaco di Fiumicino Esterino Montino "che – scrive Simona – continua a rilasciare interviste ai quotidiani parlando di cose che non conosce e che dovrebbero, invece, rimanere riservate. Lui che, invece, di fare la sua parte di rappresentante dei cittadini e per prima cosa tutelare un minore, la sua dignità, la sua riservatezza, invece, rilasciare".
Innanzitutto e per prima cosa, volevo rivolgere un appello a tutte le famiglie di Maccarese: se qualcuno ha visto qualcosa il 3 Ottobre nel primo pomeriggio che riguarda la scomparsa di mio figlio, Vi prego di rivolgerVi alle autorità. Io sono fermamente convinta che Alessandro in quel momento non era solo, e che su quel canale quel pomeriggio era in compagnia di altre persone. Poi, volevo ringraziare la Polizia e la Magistratura di Civitavecchia perché sta indagando con grande scrupolo, competenza e umanità senza lasciare nulla di intentato.
Ma la cosa a cui tengo di più e che vorrei urlare al mondo se potessi, è' che mio figlio Alessandro mai e poi mai si sarebbe ucciso e mai e poi mai avrebbe messo fine alla sua vita lasciandoci soli. Alessandro, è vero, era un bambino che necessitava di un aiuto in più rispetto agli altri suoi coetanei ed era estremamente sensibile, ma niente più di questo. Tutto ciò che di vergognoso è uscito sui giornali, lo voglio dire senza paura, sono soltanto menzogne: è vergognoso aver insinuato che si sia suicidato perché era stanco della sua vita ed e' vergognosa la fuga di notizie uscita sui giornali e sulle televisioni, rispetto a documenti coperti dal massimo riserbo.
Ma in ogni caso pagheranno tutti coloro che hanno divulgato: i quotidiani che hanno fatto sciacallaggio su me e la mia famiglia e su Alessandro, ma pagheranno anche i Servizi Sociali del Comune di Fiumicino, responsabili ancora prima di avere sottoposto mio figlio ingiustamente sotto le forche caudine del Tribunale per i Minorenni senza una ragione che fosse inattaccabile, ma solo per fanatismo. Pagheranno anche coloro che ruotavano intorno a mio figlio dovendo aiutarlo, ma che invece lo rendevano ancora più debole.
E deploro anche il Sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, che continua a rilasciare interviste ai quotidiani parlando di cose che non conosce e che dovrebbero, invece, rimanere riservate. Lui che, invece, di fare la sua parte di rappresentante dei cittadini e per prima cosa tutelare un minore, la sua dignità, la sua riservatezza, invece, rilascia interviste a giornalacci tanto per apparire. Caro Sindaco perché non pensi a tutelare la incolumità dei tuoi cittadini e dei bambini e a mettere in sicurezza la zona dove è scomparso Alessandro che è gravemente pericolosa? Questi sono i temi che tutti dovrebbero considerare e non le menzogne dette. Io e il mio avvocato non ci fermeremo mai, fino a quando la vicenda tragica della scomparsa di Alessandro non sarà chiarita in tutti i suoi aspetti: con chi era in quel momento? Perché la zona non era sicura? Ed ancora, fino a quando tutti non saranno posti davanti alle loro responsabilità, e fino a quando tutti coloro che hanno fatto sciacallaggio su mio figlio non pagheranno le conseguenze dei loro atti. Io non mi fermo.
Per tutte le mamme. Per Alessandro. Simona Righetti