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Bilancio comunale, per il sociale è allarme rosso: -53% d’investimenti

Un bilancio di lacrime e sangue alla voce “sociale”. Questo è quanto emerge dal documento arrivato nelle mani della giunta di Ignazio Marino. I numeri dei tagli previsti per i servizi sociali sono da capogiro: un -53,11%, una cifra pari a 136 milioni di euro in meno rispetto al bilancio assestato del 2014.
A cura di Valerio Renzi
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Un bilancio di lacrime e sangue alla voce "sociale". Questo è quanto emerge dal documento arrivato nelle mani della giunta di Ignazio Marino e che nei prossimi giorni verrà ulteriormente discusso prima di approdare in aula Giulio Cesare. I numeri dei tagli previsti per i servizi sociali sono da capogiro: un -53,11%, una cifra pari a 136 milioni di euro in meno rispetto al bilancio assestato del 2014. Più che dimezzatio così detti ‘fondi vincolati', provenienti per lo più da altri entri pubblici come l'ex Provincia, la Regione, lo Stato e l'Unione Europe, con un -71,11%; ma anche i fondi ordinari, ovvero quelli provenienti dalle casse di Roma Capitale segnano una significativa flessione con un -29,67%.

Complessivamente alla voce "emergenza sociale e assistenza ai senza fissa dimora" si registra un -37,62%, all'assistenza ai minori -55%, addirittura -89,72% alla voce per i servizi agli immigrati. Per i servizi ai rom -49,86%, tutti tagli che vengono dal bilancio comunale, mentre -53,72 per gli anziani.

Cifre pesanti che hanno fatto infuriare Sel, che ha minacciato di non votare il bilancio, e che si può star certi metteranno sul sentiero di guerra il terzo settore e il mondo del sociale: è evidente che se i tagli fossero confermati con queste dimensioni sarebbe impossibile mantenere tutti i servizi a regime o migliorarli. Certo, la strada è ancora lunga, e tra il passaggio in aula e l'assestamento molte cose possono cambiare, anche se sembra difficile che si riesca, con un segno meno così significativo, ad evitare tagli. Una sfida che ha il sapore della "mission impossible", il nuovo assessore alle Politiche Sociali che proviene proprio da quel mondo del terzo settore che più si abbattuto contro i tagli dell'epoca Alemanno.

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