Basta con il Brasiliano e i fascio coatti in tv: questa non è Roma
Ieri è andato in onda l'ennesimo dibattito su periferie, fascismo e Roma in televisione. Protagonista della trasmissione di "Il Dritto e Rovescio" di Paolo Del Debbio, una nuova grottesca performance del Brasiliano, al secolo Massimiliano Minnocci, chiamato a rappresentare un qualche presunto spirito delle periferie romano, auto nominato rappresentate del popolo. Dopo un battibecco con la giornalista Francesca Fagnani, degenerato presto in minacce, si è arrivati alla rissa con il vignettista Vauro che si è alzato indignato andando faccia a faccia con il Brasiliano all'urlo di "fascista di merda hai minacciato una donna".
Uno spettacolo che descrivere come trash è forse poco, visto che si trattata di una trasmissione in teoria di approfondimento e vista la delicatezza e la complessità del tema trattato. Perché che la televisione continui a dare spazio a un personaggio caricaturale come il Brasiliano, facendogli interpretare sempre la stessa parte ed ergendolo a rappresentante delle periferie romane (tra l'altro Minnocci è di Pietralata, non proprio un quartiere ghetto e ormai una zona semi centrale dell'Urbe, dove è stato recentemente protagonista di episodi ben poco edificanti), vuol dire prendere sempre la strada più semplice, togliendo peraltro spazio e non dando voce a chi sulle periferie della capitale avrebbe molto da dire e da raccontare, oltre qualche truce aneddoto su pistole, droga e "fare i reati". Quando l'intrattenimento diventa indistinguibile dall'informazione e dalla politica, cominciano i problemi seri.
Fattosi strada come influencer di serie b su Instagram, minacciando o battibeccando con il sottobosco della musica trap o filmandosi in qualità di guardia spalle di personaggi come Side Baby (ex Dark Polo Gang), il Brasiliano ormai di comparsate e ospitate ne ha collezionate parecchie. Il primo a portarlo su piccolo schermo era stato Enrico Lucci. L'ex Iena l'aveva incontrato nel corso del suo Realiti Scio su Rai2, seguendolo nei suoi allenamenti in palestra e raccontando la storia di un ex ultras della Roma di estrema destra, segnato dalla tossicodipendenza e con un trascorso da galeotto, che serenamente mostrava i suoi tatuaggi con Mussolini, Hitler, svastiche e me ne frego. Un racconto lacrimoso a uso e consumo del suo protagonista.
Il Brasiliano si è fatto notare per la prima volta durante le manifestazioni anti migranti di Tiburtino III, grazie a Yari Dall'Ara, un altro fascio coatto venuto agli onori delle cronache per essersi auto nominato rappresentante dei cittadini mettendosi alla testa dei cortei di CasaPound e Forza Nuova nel quartiere, contro la presenza del centro di accoglienza. Anche Yari Dall'Ara ora si diletta in video con personaggi della scena trap romana e tenta la carriera di social influencer, ma il suo amico Brasiliano (Brasilesss per gli amici) è stato più fortunato. Dopo l'intervista di Lucci è passato di programma in programma, fino a venire intervistato durante un servizio intitolato "Roma Bum Bum" dalla trasmissione di La7 "Piazza Pulita", che ha scelto come referente per raccontare le dinamiche criminali della città proprio il Brasiliano. Nel curriculum di Minnocci non poteva ovviamente mancare la Zanzara: il campione del "politicamente scorretto", Giuseppe Cruciani non poteva farsi sfuggire il personaggio. Solo due mesi fa poi era andato in onda, sempre nella trasmissione di Del Debbio, il litigio niente meno che con un altro esperto come Umberto Smaila sul tema dell'immigrazione.
I fascio coatti che piacciono tanto ai conduttori come Del Debbio, ma purtroppo anche a personaggi come Enrico Lucci e a trasmissioni serie come Piazza Pulita, non sono la voce di Roma né delle periferie della città. Sono un fenomeno marginale, una voce che non rappresenta nessuno. Dando spazio a loro e non a chi nelle periferie combatte e vive ogni giorno si fa un torto alla città e all'informazione, raccontando un universo alternativo, scegliendo la scorciatoia di una grottesca parodia con nessuna corrispondenza con la realtà.