Autopsia ed esami tossicologici per fare luce sulla morte del seminarista americano Anthony Freeman
L'orario presunto della morte, indicato dallo stato di decomposizione del corpo, sarebbe incompatibile con i racconti dei confratelli di Anthony Freeman, il seminarista 29enne trovato morto nella sua stanza nel collegio dei Legionari di Cristo in via degli Aldobrandeschi in zona Aurelia. Per questo la procura, pur non avendo elementi che portino in una direzione diversa da quella della morte naturale, ha aperto un fascicolo sul decesso del giovane prete di origine statunitense, il cui corpo è stato ritrovato nel pomeriggio di Pasquetta, quando i suoi amici si sono accorti che mancava ormai da diverse ore ed era in ritardo per la partenza che avevano in programma per una gita a Napoli.
A condurre le indagini la pm Nadia Plastina, titolare del fascicolo, che ha affidato l'esame autoptico al medico legale Francesca Cittadini, che ha deciso di avvalersi anche della consulenza di un tossicologo. Sarà l'autopsia a stabilire con esattezza quando, ma soprattutto perché, il giovane seminarista da cinque anni residente nella capitale sia morto. Si verificherà la possibilità di una malformazione cardiaca o se avesse assunto qualche sostanza ancora non riscontrata: Anthony era uno sportivo e un giovane apparentemente in perfette condizioni di salute.
Una delle ipotesi sull'accelerata decomposizione del corpo del ragazzo, che così quadrerebbe con i racconti degli altri seminaristi, è la temperatura della stanza, che potrebbe aver favorito il processo. In ogni caso saranno ascoltati tutti gli amici e i residenti nel collegio dell'ordine religioso per ricostruire con esattezza le ultime ore di vita del seminarista, che proprio il giorno di Pasqua aveva assistito alla messa in San Pietro con Papa Francesco, come aveva raccontato su Instagram, su cui aveva un discreto successo.