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Atac: scontro con i sindacati sull’aumento dell’orario di lavoro. Il comune tenta la mediazione

Scontro tra i sindacati e i vertici di Atac sulla bozza di piano industriale legato al concordato preventivo per evitare il fallimento dell’azienda, che prevede l’aumento dell’orario di lavoro e il taglio ai bonus. La Filt Cgil: “Autisti e conducenti già hanno contributo al risanamento”.
A cura di Valerio Renzi
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Due ore in più a settimana e turni ‘lunghi' prolungati e tagli ai bonus per conducenti e autisti. Atac vuol far tirare la cinghia ai dipendenti ‘operativi', questo almeno si legge nella bozza di piano industriale legata a doppio filo al concordato preventivo, e che dovrà essere approvato infatti proprio dai giudici che hanno in mano i libri contabili della municipalizzata. Ma il primo scoglio da superare è quello di ottenere firma sei sindacati, che sono invece sul piede di guerra. Le cose così non vanno, spiegano i rappresentanti dei lavoratori, nella speranza che nei prossimi incontri tecnici le posizioni si possano avvicinare senza arrivare a strappi.

I sindacati: "37 ore a settimane come in tutte le grandi città"

"I lavoratori di Atac già hanno dato il loro significativo contributo – spiegano dalla Filt Cgil –  con il piano industriale del 2015. Piano industriale che ancora non è stato applicato e già se ne vuole fare un altro". Un piano che non convince, anche perché ritenuto inefficace e vessatorio nei confronti dei dipendenti, con aspetti anche paradossali: "Si propone ad autisti e conducenti di lavorare due ore in più per garantire e migliorare il servizio, ma la verità è che gli autisti sono impossibilitati a lavorare perché mancano le vetture, rotte e senza pezzi di ricambi". I rappresentati dei lavoratori sottolineano poi come il piano industriale proponga condizioni di lavoro peggiorative, nonostante si tratti di mansioni usuranti, quando in nessuna altra grande città si superano le 37 ore alla guida, stesso

Stefàno: "Misure eccessive per i lavoratori"

Sulle tensioni in corso tra aziende e sindacati interviene Enrico Stefàno, consigliere comunale del M5s e presidente della Commissione Trasporti, minimizzando l'ostacolo e raccomandando una mediazione, senza nascondere però che i sacrifici chiesti ai dipendenti sono però eccessivi. "Capisco la posizione dei dipendenti e dei sindacati, perchè può sembrare che vogliamo far ricadere tutto sui lavoratori, ma non è questa la nostra intenzione. – ha spiegato Stefàno ai microfoni di Radio Cusano Campus – Quando si ha un'azienda che ha un miliardo di debito e si decide di avviare un piano di risanamento, senza licenziare nessuno e senza ridurre gli stipendi, è chiaro che le leve restano pochine. Riconosco che forse la bozza prevede misure un po' eccessive, ma sono sicuro che si troverà un equilibrio per il bene della città. Penso che si possa trovare la giusta via di mezzo".

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