Atac: primi tagli in busta paga. Retrocessi 80 dirigenti
Il piano industriale di Atac è ancora in elaborazione, l'appuntamento è per il prossimo 26 gennaio quando dovrà essere portato in tribunale per il concordato preventivo scelto da management e Campidoglio come strada per evitare il fallimento della municipalizzata del trasporto pubblico locale. Le operazioni di razionalizzazione economica e i sacrifici riguardano sia i conducenti in vettura (che aumenteranno il loro orario da 37 a 39 ore settimanali), che impiegati, dirigenti e amministrativi.
Prime lettere di richiamo per i dipendenti che, anche senza obbligo di badge, lavorerebbero meno di 39 ore settimanale e buste paga più leggere per 80 dirigenti, che saranno retrocessi a ‘specialisti‘. Si tratta di figure apicali (da stipendio), ma sostanzialmente senza personale da dirigere. I dipendenti in questione perderanno così un'indennità di circa 500 euro in busta paga ogni mese, premi che non corrisponderebbero al ruolo effettivamente svolto.
Referendum Atac: il Campidoglio ora deve decidere come e quando
Aumento dei carichi di lavoro e tagli in busta paga, per quanto servirebbero nelle intenzioni a dare un forte segnale simbolico e materiale ai 12.000 dipendenti di Atac, ma che non basteranno da soli a far uscire l'azienda dalla crisi in cui versa con il suo 1,2 miliardo di debiti. E ora il Campidoglio dovrà decidere come e quando chiamare i cittadini ad esprimersi sul referendum dei Radicali Italiani che hanno raccolto 33.000 firme tra i romani per chiedere di liberalizzare il servizio di trasporto pubblico, mettendo a gara il servizio. Entro il 31 gennaio la data dovrà essere resa nota, e il referendum si dovrà svolgere tra marzo e giugno 2018. I Radicali chiedono che si tenga assieme ad uno prossimi appuntamenti elettorali per incentivare la partecipazione.