Arrestato Fabio Gaudenzi, ex braccio destro di Massimo Carminati: in casa aveva diverse armi
È stato arrestato a Roma Fabio Gaudenzi, ultras di estrema destra condannato per Mafia Capitale e già arrestato diverse volte per rapina. Ancora non si conoscono i dettagli dell'operazione e le accuse a suo carico ma, secondo quanto appreso da Fanpage.it, in casa aveva diverse armi, tra cui una mitraglietta. Gaudenzi è un personaggio molto vicino a Massimo Carminati: secondo gli inquirenti che hanno diretto le indagini, l'ultras si sarebbe occupato dell'investimento dei proventi del gruppo criminale in seno all'organizzazione messa in piedi da Buzzi e Carminati. Non un personaggio qualunque, non un volto poco noto nel mondo della criminalità organizzata romana gestita da soggetti dell'estrema destra: Gaudenzi, infatti, inizia a essere noto già negli anni '90 quando inizia a far parte della banda di ‘Kapplerino', al secolo Elio Di Scala, che organizza batterie di rapinatori di banche composte da ultras ed estremista.
Fabio Gaudenzi, tra rapine in banca, stadio e criminalità organizzata
Prima la militanza nel Movimento Politico Occidentale di Maurizio Boccacci, poi il salto nel mondo delle bande. E proprio durante la rapina a via Newton, in cui Di Scala fu ucciso, fu ferito alla gola e arrestato. Una volta uscito dal carcere non ha cambiato vita, ma ha continuato a destreggiarsi tra il mondo della criminalità, quello dell'estrema destra e lo stadio. Ed è proprio questo che lo ha portato a finire ancora una volta in carcere, questa volta per Mafia Capitale. Solo che, invece di fare le rapine, questa volta gestiva i soldi della banda e li investiva all'estero. Condannato in primo grado a cinque anni di carcere, la pena è stata ridotta in appello a due anni e otto mesi.
L'ultras in un video: "So chi ha ucciso Diabolik"
Prima di essere arrestato Fabio Gaudenzi ha pubblicato due video: in entrambi rivendicava la sua appartenenza a un gruppo fascista organizzato di Roma Nord, e annunciava di sapere chi è il mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias Daibolik. "Mi sto consegnando al Questore di Roma e parlerò del mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli e di tanto tanto altro, ma solo con il dottor Gratteri", ha dichiarato. E ancora: "Faremo di tutto per vendicarti, Fabrizio, sto consegnando al diavolo una lista di nomi di donne, di uomini, di giovani, di vecchi, che in questi 30 anni hanno pensato bene di comportarsi da merde nei nostri confronti, partendo da quell'infame di vecchia che sta sull'Ardeatina, o come Claudio Oggiaro, o come Filippo Maria Marchi, e tanti altri, tra cui il maresciallo della caserma de Le Rughe, Bartolomeo Laudando, un viscido, verme schifoso, che non merita neanche di portare la divisa. Avete tutti tre mesi di tempo per lasciare la nostra città, dopodiché il diavolo vi verrà a cercare, e se sarete a Roma, non morirete solo voi, ma anche i vostri cari. Ricordatevi tutti, che lo zoppo non dimentica, a presto".