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Alemanno trasferì fondi neri in Argentina? Una rogatoria internazionale per stabilirlo

Alemanno trasferì o no fondi neri in Argentina? La circostanza emerge da un’intercettazione di Luca Odevaine contenuta nelle carte di Roma Capitale. Ora la rogatoria internazionale, l’ex sindaco si dice tranquillo: “Sono contento, è l’unico modo per impedire definitivamente che questa accusa rimbalzi sui giornali”.
A cura di Valerio Renzi
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"Per soldi se so’ scannati ma sai che Alemanno s’è portato via … ha fatto quattro viaggi lui e il figlio con le valige piene de contanti.. ma te sembra normale che un sindaco…". Così parlava Luca Odevaine in un'intercettazione entrate nelle carte di Roma Capitale. L'ex braccio destro di Veltroni, in carcere per aver favorito secondo gli inquirenti la cricca di Buzzi e Carminati nell'aggiudicarsi la gestione dell'accoglienza dei migranti, raccontava a Mario Schina (anche lui indagato), come l'ex sindaco Gianni Alemanno fosse solito recarsi in Argentina per trasferire fondi neri.

Un racconto che fino ad ora non è mai stato verificato, tanto da non tramutarsi in nessun capo d'accusa, una circostanza negata con decisione da Gianni Alemanno, che ha raccontato come si fosse recato una sola volta nel paese sud americano: un viaggio di piacere in Patagonia assieme alla famiglia per festeggiare il Capodanno. Ora le autorità di Buenos potranno fornire ai pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, tutte le informazioni utili a fugare ogni dubbio. Sulla richiesta di rogatoria internazionale è intervenuto anche Alemanno esprimendo soddisfazione e manifestando serenità: "Sono contento che si faccia una rogatoria, è l’unico modo per impedire definitivamente che questa ridicola accusa continui a rimbalzare sui giornali, gettando fango sul sottoscritto".

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