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Agguati e spari ad Ostia: in arrivo più polizia sul territorio, e non si esclude l’esercito

Agguati e spari ad Ostia, lo Stato promette di reagire: il ministro Marco Minniti promette più polizia e un controllo capillare del territorio. E in tanto non si placa la polemica politica dopo il ballottaggio.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo la gambizzazione di uno dei nipoti del boss Carmine Fasciani, e gli spari contro la porta di casa di Silvano Spada nel fortino del clan a Nuova Ostia, è chiaro che nonostante l'attenzione mediatica e della politica sulle attività criminali sul litorale romano, le cose continuano a muoversi e gli equilibri a modificarsi. E i clan continuano a sfidare le istituzioni a colpi di pistola, come se niente fosse.

Minniti: "Liberazione Ostia dalle mafie irrinunciabile"

Per questo la reazione si annuncia dura. Il ministro dell'Interno Marco Minniti assicura che Ostia è una priorità e alza la posta della sfida: "Per quanto ci riguarda, il tema della liberazione di Ostia dalla mafia sarà irrinunciabile, lì ci giochiamo un pezzo della sovranità del nostro paese. È nelle sfide più difficili che si vede la forza dello Stato. Saremo duri e intransigenti, perché quello che sta avvenendo ad Ostia non è tollerabile in una democrazia". La sindaca Raggi dal canto suo ha invocato "l'unità delle istituzioni", per far fronte ad una "minoranza mafiosa".

Ostia: misure straordinarie contro i clan

In concreto cosa vorrà dire? Più poliziotti e volanti a presidio del territorio, in particolare in quelle zone ad alta densità di presenza dei clan come Ostia Nuova, e non si esclude l'utilizzo del personale dell'Esercito impegnato nella missione ‘Strade Sicure' nelle grandi città, anche se l'impiego dei militari non appare al momento scontato. In settimana atteso nuovo tavolo sull'ordine pubblico e la sicurezza per mettere in campo le prime iniziative visibili sul territorio.

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Picca denuncia: "Minacciata dopo le elezioni"

Nonostante tutto ad Ostia la polemica politica continua. All'indomani del risultato del ballottaggio, che ha visto l'affermazione della candidata del Movimento 5 stelle Giuliana Di Pillo, la sfidante di centrodestra Monica Picca aveva accusato: "Al Movimento 5 stelle i voti degli Spada, vittoria sporcata dai clan". Affermazioni pesanti, che hanno provocato l'immediata reazione della Di Pillo: "Così si offendono solo gli elettori". Ma che sono costati a Picca anche una sequela di lunghi insulti su Facebook e anche qualche minaccia. Tanto che l'esponente del centrodestra ha spiegato: "La mia era una analisi che doveva rimanere nell'ambito della dialettica politica  invece mi stanno riempiendo di minacce e insulti personali. I più gravi me li ha cancellati mio figlio per non farmi sentire la pressione".

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