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Aggredì cronista alla commemorazione di Acca Larentia: indagato vicepresidente di CasaPound

Il vicepresidente di CasaPound, Andrea Antonini, è indagato per violenza privata dopo l’aggressione a una giornalista avvenuta il 7 gennaio scorso durante la commemorazione del 42esimo anniversario della strage di Acca Larentia a Roma. La Digos ha inviato un’informativa ai pm, che hanno deciso di iscrivere Antonini sul registro degli indagati.
A cura di Enrico Tata
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Il vicepresidente di CasaPound Andrea Antonini
Il vicepresidente di CasaPound Andrea Antonini

Lo scorso 7 gennaio il vicepresidente di CasaPound, Andrea Antonini, aggredì una cronista durante la commemorazione della strage di Acca Larentia. Per questo l'esponente del movimento di estrema destra è stato iscritto sul registro degli indagati per violenza privata. Le indagini sono state eseguite dai poliziotti della Digos e coordinate dai pm della procura di Roma Francesco Caporale ed Erminio Amelio. "Non le potete fare ‘ste riprese, adesso te la spacco la telecamera", disse Antonini rivolgendosi alla cronista (che è riuscita però a fare riprendere la scena).

La versione di Antonini: "Nessuna aggressione, nessuno è stato sfiorato"

Questa la versione di Antonini in merito alla vicenda: "Nessuna aggressione: nessuno è stato sfiorato, nessuna telecamera è stata rotta. La mia era solo una legittima rimostranza contro una mancanza di sensibilità, dopo che avevamo già chiesto ai presenti di allontanare telefoni e telecamere per rispetto di tre ragazzi il cui brutale omicidio dopo 42 anni resta ancora impunito. Il video è stato tagliato e non mostra le decine di volte in cui abbiamo chiesto cortesemente alla giornalista di rispettare quel momento di silenzio e alla polizia di allontanarla. Il presente di Acca Larenzia non è una manifestazione politica, è una commemorazione funebre che si ripete negli anni sempre uguale a se stessa. A quelle vittime a cui lo Stato non ha saputo dare giustizia in quasi mezzo secolo sarebbe bello se riuscissimo almeno a lasciare la dignità di essere ricordate come loro avrebbero voluto". I poliziotti della Digos hanno ricostruito la vicenda e inviato un'informativa ai pm, che hanno deciso di procedere per violenza privata.

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