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Addio a Luigi, l’imprenditore-clochard che aiutava i senzatetto più poveri di lui

Roma piange Luigi Miggiani, morto per un’emorragia cerebrale a 70 anni. Ex imprenditore finito sul lastrico dopo il fallimento della sua impresa aveva fatto della sua condizione una missione. Girava la città con la sua auto-rifugio per sensibilizzare sul dramma dei senza tetto. Luigi si occupava anche di assistere gli altri homeless portando loro del cibo e una parola di conforto.
A cura di Angela Marino
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“Era una persona per bene”. Non hanno parole per commentare la sua scomparsa quanti hanno conosciuto Luigi Miggiani, 70 anni, ex progettista meccanico e titolare di una attività è fallita anni prima, gettando l’imprenditore in miseria. Luigi è morto lo scorso 5 settembre per una emorragia cerebrale.”Era gentile, buono, lo amavano tutti”. “Era speciale”, dicono gli amici del quartiere.

La sua casa era una Alfa 164 blu targata Torino, parcheggiata davanti al civico 11 di via delle mura Aurelie, a pochi passi da piazza San Pietro. Era attrezzata come un micro-appartamento con stampelle per gli abiti, giornali, libri e un fornellino per il tè, che preparava per quelli che gli portavano vestiti e cibo. Vi aveva trovato rifugio anche un gatto, che gli teneva compagnia.

Ogni giorno Luigi girava la capitale con la sua auto-rifugio tappezzata di giornali con articoli sui senza casa. Voleva sensibilizzare le persone sul dramma che lo aveva investito in prima persona e che tocca centinaia di persone. Lavoratori, imprenditori, padri e madri di famiglia che finiscono a dormire in una macchina o in un cartone sul marciapiede, dopo una vita normale, come quella di tutti.

Era accaduto anche a lui, titolare di una grande azienda finito sul lastrico da un giorno all’altro, per un pagamento saltato. Aveva 64 anni, moglie, figli e una cardiomiopatia ostruttiva che, purtuttavia, non gli dava diritto alla pensione di invalidità. Da anni ormai non vedeva più sua moglie e i suoi due figli.

Guardava la sua vecchia casa da Google Maps, con gli occhi carichi di lacrime di nostalgia. Nonostante l’immenso dolore che lo accompagnava trovava la forza di rivolgere a ogni senzatetto una parola gentile. Si sforzava anche di assistere quelli che, al contrario di lui, non avevano la forza di lottare, gli emarginati, quelli che abitano gli angoli più oscuri della città. Per i senzatetto del quartiere lui era un riferimento. Sono stati i volontari della Caritas di via Marsala  a informare gli amici di Luigi della sua morte di cui ha dato notizia la trasmissione ‘Chi l’ha visto?'.

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