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8 marzo, Virginia Raggi contro le quote rosa: “Meccanismi stantii e superati”

La sindaca Virginia Raggi ha preso parola in occasione dell’8 marzo, auspicando un superamento delle aggressioni, della violenza sulle donne e degli atteggiamenti discriminatori sul posto di lavoro. E per questo bisogna attuare misure concrete, che non possono essere le quote rosa, un’idea superata e stantia.
A cura di Natascia Grbic
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Virginia Raggi dimissioni condanna

Nella giornata dell'8 marzo, anche la sindaca Virginia Raggi ha deciso di prendere parola su questa ricorrenza: una giornata che negli ultimi anni ha visto le donne protagoniste di grandi scioperi e manifestazioni partecipate da migliaia di persone in tutto il mondo. Ed è innegabile che proprio le donne si stanno imponendo sul panorama politico, assumendo un protagonismo che ogni giorno devono mantenere con le unghie e con i denti. Virginia Raggi è la prima donna a essere stata nominata sindaca di Roma, e proprio per questo ha voluto esprimersi anche lei in occasione dell'8 marzo. "Tante conquiste fatte e tante altre ancora da realizzare – ha scritto in un lungo post su Facebook – L'otto marzo è la Festa delle donne; è il giorno in cui ci si ‘ricorda' del loro ruolo nella società, dei traguardi raggiunti e quelli ancora mancanti. Ma la riflessione e il confronto su questi temi dovrebbero avvenire ogni giorno. Non dovrebbe essere un tema ‘femminile'. L'idea di circoscrivere questi argomenti crea barriere, quelle che dobbiamo abbattere. Perché è proprio questo il senso del confronto: capire che, nel rispetto delle differenze, donna e uomo hanno pari valore".

Festa della Donna, Virginia Raggi: "Basta quote rosa"

Virginia Raggi chiede più tutela sul posto di lavoro e l'abbattimento delle discriminazioni di genere tramite l'adozione di misure concrete. Che secondo lei non possono essere attuate solo con le quote rosa. Cambiamento culturale, congedo obbligatorio per i padri quando nasce un bambino e nuovi atteggiamenti per contrastare la violenza sulle donne. "È da questa riflessione che deve partire un profondo cambiamento culturale. Sono, con orgoglio, la prima sindaca donna della capitale del nostro Paese e, al di là delle differenze politiche, spero che questo piccolo traguardo raggiunto dai cittadini rappresenti un motivo di fiducia per tante donne e tanti uomini che credono in un superamento di vecchi schemi, abitudini e prassi consolidate. Avere un atteggiamento ‘nuovo' è l'antidoto ad atteggiamenti che poi tracimano in violenze: le aggressioni verbali sul posto di lavoro, le discriminazioni, una spinta, la prepotenza tra le mura domestiche. E dobbiamo educare i nostri figli affinché abbiano rispetto di tutti, senza distinzione di genere. In quest'ottica, ritengo che sia utile superare proposte che si sono rivelate poco efficaci. Vorrei, per esempio, che si mettesse da parte l'idea, ormai stantia, delle quote rosa, iniziando invece a parlare di misure concrete per tutelare le donne nel mondo del lavoro. Un'iniziativa efficace potrebbe essere quella di rendere il congedo obbligatorio anche per i padri in modo da evitare discriminazioni tra donna e uomo".

L'8 marzo è sciopero globale: migliaia di donne in piazza a Roma

E proprio nella giornata dell'8 marzo, migliaia di donne sono attese in piazza a Roma per una manifestazione che partirà alle 17 da piazza Vittorio. Da tre anni il movimento Non Una di Meno ha fatto di questa la giornata dello sciopero globale transfemminista: in tutte le città del mondo sono stati proclamati picchetti, iniziative, azioni e cortei molto partecipati. A Roma la manifestazione dell'8 marzo partirà alle 17 da piazza Vittorio per arrivare a piazza Madonna di Loreto. Questa mattina, invece, ci sono stati due presidi: uno sotto il Ministero del Lavoro, e l'altro sotto il Ministero della Salute. Tra le rivendicazioni, quella del reddito di autodeterminazione, la richiesta del salario minimo europeo, congedi retribuiti e obbligatori per la maternità, migliori condizioni sul posto di lavoro e lo stop alle discriminazioni. Le donne in presidio sotto il ministero della Salute hanno messo al centro della protesta anche il tema dei consultori e degli obiettori di coscienza all'interno degli ospedali pubblici. "Vogliamo consultori e ospedali laici, aperti e finanziati per tutelare il diritto alla salute e alla libertà di scelta", hanno detto. Tra i temi centrali, anche quello del ritiro del Ddl Pillon che va a riformare il diritto di famiglia nella parte che riguarda la separazione e affido dei figli.

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