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8 marzo, cos’è che vogliono le donne? Di certo non l’ennesima pubblicità sessista

In occasione dell’8 marzo, giornata della Festa della Donna, un locale di Cerveteri ha deciso di sponsorizzare una serata a tema con l’immagine di un ragazzo nudo e la scritta: “Tutto quello che le donne vogliono”. Si tratta dell’ennesima pubblicità che alimenta un immaginario sessista che crede che le donne non aspettino altro che un uomo che le fa delle avances.
A cura di Natascia Grbic
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Che cosa vogliono le donne? A quanto pare la risposta ce l'ha un locale di Borgo San Martino, in provincia di Cerveteri. In occasione dell'avvicinarsi dell'8 marzo e della festa delle donne, il ristorante Dancing Kronos ha deciso di organizzare una serata a tema: titolo, "Tutto quello che le donne vogliono". Sullo sfondo, un uomo nudo con la camicia aperta, la tartaruga in mostra e un bollino rosso a coprire i genitali, che il ragazzo muscoloso si sta evidentemente tenendo. Insomma, l'unica cosa che le donne vorrebbero l'8 marzo è un ragazzone muscoloso e svestito. Impossibile che vogliano altro nell'immaginario machista di questo locale di Cerveteri. Chiariamo una cosa: non c'è nulla di male nell'organizzare una serata con persone che si spogliano, ballano e si divertono come credono (purché questo sia ovviamente condiviso e accettato da tutti). Quello che è sbagliato, è la presunzione di dire che le donne non vogliono altro che un uomo nudo che le si pari davanti mentre cenano o si svagano. Una pubblicità sessista di questo tipo alimenta la convinzione che le avances siano sempre ben accette, perché in fondo "le donne vogliono solo questo". E non avrebbero bisogno di altro.

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Pubblicità sessiste, il precedente di San Valentino

Non è la prima volta che pubblicità sessiste come quelle del locale di Cerveteri vengono fatte in occasione di festività come San Valentino o l'8 marzo. Aveva destato molto scalpore una locandina fatta dal Niji, cafè di Roma che per il 14 febbraio aveva pensato a uno slogan tremendo: "Perché sedurla quando puoi sedarla?". A corredo, l'immagine di una donna svenuta tra le braccia di un uomo che la sorregge e la guarda non proprio come qualcuno che sta per soccorrerla. Una frase e una foto che rimandano chiaramente allo stupro e che non sono piaciute a moltissime persone, che hanno inondato il profilo del Niji con commenti e post negativi. Tanto che il locale, alla fine, ha dovuto rimuovere l'infelice locandina dell'evento. Nonostante la cancellazione però, lo staff non si è pentito della scelta dello slogan, anzi: ha pubblicato una nota per chiarire che il suo intento era solo "far ridere". E così, in occasione di ogni festa della donna e di ogni San Valentino, ci troviamo di fronte a queste pubblicità che – in realtà – non fanno ridere per niente.

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8 marzo, le donne hanno proclamato lo sciopero globale

L'8 marzo, in tutte le città del mondo, milioni di donne hanno annunciato che scenderanno in piazza con tutta una serie di rivendicazioni che sono ben lontane dalla mera ambizione di un uomo col bollino rosso sui genitali. Reddito di autodeterminazione, rifiuto della violenza di genere, delle discriminazioni e della precarietà sono solo alcuni dei punti elencati dall'appello di Non Una di Meno, il movimento delle donne che ha proclamato lo sciopero globale. "L’8 marzo, in ogni continente, al grido di «Non Una di Meno!» sarà sciopero femminista – hanno scritto le attiviste nell'appello – Interrompiamo ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita. Portiamo lo sciopero sui posti di lavoro e nelle case, nelle scuole e nelle università, negli ospedali e nelle piazze. Incrociamo le braccia e rifiutiamo i ruoli e le gerarchie di genere. Fermiamo la produzione e la riproduzione della società". Sarebbe forse quindi il caso che ci si chieda nuovamente che cosa vogliono le donne, e darsi un altro tipo di risposta.

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