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San Valentino, la pubblicità che “ironizza” sullo stupro. La replica: “Volevamo far sorridere”

“Perché sedurle quando puoi sedarle?”: è bufera sullo slogan usato da un locale della capitale, il Niji Roma, per promuovere la serata di San Valentino. Accusato di alimentare la cultura dello stupro, il cafè ha provato a chiarire la sua posizione, rivendicando però quella che dice essere “una battuta per far ridere”.
A cura di Natascia Grbic
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"Perché sedurle quando puoi sedarle?". Non è la battuta del villain di un film di serie B, ma lo slogan di pessimo gusto di un locale della capitale. La frase è stata usata per promuovere l'evento di San Valentino organizzato negli spazi del cafè e ha suscitato la reazione immediata da parte delle persone che si sono trovate a leggerla. Una frase che "ironizza" sugli stupri con un'immagine molto eloquente ad accompagnarla: quella di un ragazzo biondo che tiene con un braccio una ragazza che sta svenendo. Numerose le segnalazioni, numerose le donne indignate che hanno iniziato a commentare negativamente il post: tanto che il Niji Roma si è visto costretto a rimuoverlo.

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La replica del Niji Roma: "Esagerati, volevamo far sorridere"

C'è chi ha inizialmente creduto che il locale volesse fare ammenda e chiedere scusa per il loro post infelice. E invece no: anzi, in un comunicato apparso sulla pagina a firma della proprietaria, Elisa Bonafede, si parla di una "battuta per strappare un sorriso". "Oggi siamo stati criticati per questo ‘slogan'. Questo post non è stato fatto con nessun intenzione di mancanza di rispetto verso nessuna donna, in quanto il Niji è un locale di accoglienza verso ogni essere umano e che accanirsi verso un post Così è al quanto esagerato. "sedarle" facciamo riferimento alla nostra arte nel bere, non a casi o a persone in prima persona… Al contrario il post è stato scritto con l’intenzione di strappare un sorriso e non alludendo ad altro!!!!! Ognuno vede ciò che vuol vedere..". Insomma, nessun passo indietro, il problema è di chi non ha capito.

I commenti negativi: "Chi seda una donna, poi la stupra"

"Di solito gli uomini che SEDANO le donne, poi le STUPRANO. SEDARE non vuol dire gustare insieme il piacere del bere. Alimentate la cultura dello stupro e giustificandovi risultate ancora più sgradevoli". "Pubblicità sessista, volgare e grezza". Questi sono solo alcuni dei commenti apparsi sotto il post di "chiarimento" del Niji Roma. Una risposta, quella della proprietaria del locale, che non ha convinto molti e che evidentemente non ha strappato un sorriso a nessuno. Perché in effetti, in un paese dove gli stupri e le violenze sulle donne sono una vera e propria emergenza, una frase del genere appare davvero fuori luogo. Non solo: contribuisce a diffondere l'idea che approfittare di una donna in stato d'incoscienza non sia una cosa grave. Un'immagine di questo tipo, con un belloccio biondo che guarda famelico una ragazza svenuta, alimenta nelle persone l'idea che sia una normale approfittare di una persona incosciente. Invitare gli uomini a "sedare" le donne invece di perdere tempo con i corteggiamenti, non è un tipo di pubblicità che può passare sotto silenzio. Invece di dare una risposta così superficiale tramite Facebook, la proprietaria di Niji avrebbe dovuto scusarsi per aver avallato una pubblicità non solo sessista, ma anche pericolosa e alimentatrice della cultura dello stupro.

Le pubblicità sessiste di San Valentino

E non è finita qui: perché di pubblicità sessiste, soprattutto in occasione di San Valentino, è piena l'Italia. Come segnalato da la Repubblica in un post su Instagram, a Rivo di Puglia è apparsa sui cartelloni un'immagine di una lavatrice con lo slogan: "A San Valentino mettila a 90°". E non è la prima volta dato che questa frase è stata usata da tantissime aziende nel corso degli anni. Come non ricordare poi il "A San Valentino mettiglielo in mano" usato nel 2017 dalla Keyaku? Insomma, ogni anno il 14 febbraio più che la festa degli innamorati diventa quella degli spot offensivi… ovviamente sempre verso le donne.

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