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“Zingaro ladro assassino”, “investiamoli per strada”: a Boccea spuntano adesivi razzisti

“Zingaro ladro assassino”, “investiamo i zingari per strada”, “picchiamo i zingari ai semafori”. Si tratta del testo, razzista, di alcuni adesivi comparsi nel quartiere Boccea, alla fermata Battistini, pochi passi dal luogo in cui ieri sera l’automobile con a bordo tre ragazzini ha causato la morte di una donna e otto feriti.
A cura di Enrico Tata
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“Zingaro ladro assassino”, “investiamo i zingari per strada”, “picchiamo i zingari ai semafori”. Si tratta del testo, razzista, di alcuni adesivi comparsi nel quartiere Boccea, alla fermata Battistini, pochi passi dal luogo in cui ieri sera l’automobile con a bordo tre ragazzini ha causato la morte di una donna e otto feriti. Sempre nel quartiere sono comparsi alcuni mazzi di fiori. Uno con la scritta ‘Giustizia' e il cartello ‘Caro Marino adesso vacci tu a parlare con i familiari di queste persone. I tuoi cari amici zingari portali a casa tua. Esci dalla nostra città!!!'. Vicino ad un altro mazzo di fiori la scritta ‘E adesso ditelo alle famiglie che state lavorando per l'integrazione'.

Intanto gli abitanti del quartiere si sentono “abbandonati” da tutti: “Sangue, corpi per terra, auto a tutta velocità. Ieri sembrava stare in un film horror”, dice un cittadino. “Era mejo Alemanno. Ma dove sta ‘sto sindaco? Non ha detto A”, sbotta una signora seduta in un bar vicino al luogo dell'incidente. “Sto sindaco se li portasse a casa sua gli zingari. Vuole dargli anche le case mentre qui siamo abbandonati”. “Sembrava una scena di un film. Ho visto una persona investita sbalzare sul cofano della macchina poi caduta poche centinaia di metri più avanti. Vicino alla fermata del bus invece c'era il corpo di una donna”, racconta il barista. “Si poteva evitare quella strage. Qui ci sono sempre macchine in doppia fila e le persone aspettano l'autobus in strada. Mai un vigile. Oggi invece sono comparsi…andavano su e giù per la strada. Ma per favore non siamo mica così scemi noi: dopo oggi scompariranno un'altra volta”, è la testimonianza di un signore all’uscita della metro Battistini.

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